Michela Murgia si è sposata con l’attore Lorenzo Terenzi, membro della sua famiglia queer, come spiegato in più occasioni.
L’attivista e scrittrice sarda ha postato le immagini delle nozze sulla sua pagina Instagram di quello che la stessa ha definito “un atto politico”. Gli sposi sono due, sì, ma è come se lo fossero tutti, tant’è che tutti i presenti erano vestiti in abito bianco.
A disegnare l’abito da sposa è nientemento che Maria Grazia Chiusi, direttrice creativa di Dior. Cosa che inizialmente ha imbarazzato Murgia. “Non mi considero una sposa – scrive -. Il fatto che tutt3 continuino a romanticizzare la questione e farci le congratulazioni non cambia la realtà: io e Lorenzo abbiamo firmato un contratto con lo Stato per avere diritti che non c’era altro modo per ottenere così rapidamente”.
“Sappiamo che abbiamo fatto uso di un privilegio – continua Murgia -: mutuo, adozioni, agevolazioni fiscali, sono tutte cose che, se le chiedessimo ora, ci sarebbero concesse in quanto due e in quanto maschio e femmina, ma per questo abbiamo dovuto ricorrere allo strumento del binarismo eterosessuale come norma naturale dei rapporti, cioè quello contro cui ci siamo sempre battut3”.
“Vorrei rendere politico il nostro vissuto per mostrare che abbiamo trovato un altro modo per stare insieme – aggiunge la scrittrice sarda -, un modo che il governo vorrebbe ridurre a stranezza sociale da perseguitare e invece è già la vita normale di tante persone”.
Poi spiega per filo e per segno il concept ideato da Chiuri per gli abiti: “Il bianco è inclusivo, sintesi additiva di tutti i colori dello spettro – spiega Murgia -. Nella collezione di cui ci ha fatto dono, realizzata ad hoc, ci sono solo pezzi intercambiabili, no gender, tra i quali ciascunə ha scelto la combinazione che meglio esprimeva la sua identità”.
Tra gli ospiti presenti alle nozze queer anche gli scrittori Roberto Saviano e Chiara Valerio.
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