“A pochi giorni dalla morte della cavalla alle prove libere per la Quintana di Foligno, si terrà il 6 ed il 7 luglio l’Ardia di Sedilo. Una pericolosa esibizione nella quale i cavalli spesso muoiono, epilogo di inevitabili incidenti, e anche i cavalieri talvolta pagano tributo”.

La Lega Anti Vivisezione di Cagliari si scaglia contro l’Ardia di Sedilo.

“Oltre all’insita pericolosità di queste manifestazioni per le velocità a cui vengono lanciati i cavalli in percorsi accidentati attraverso strutture in pietra tra urla e spari a salve, si aggiunge il caldo estivo di questi ultimi anni ad aggravare le condizioni in cui gli equidi sono costretti a correre. Animali obbligati a comportamenti contrari al naturale istinto a preservare la propria incolumità. Inoltre, numerose sono le morti di cavalli dovute alle elevate temperature registrate negli ultimi anni in Italia”.

La associazione animalista ricorda le recenti edizioni dell’Ardia di Sedilo: “Ardia 2022, Sedilo un cavallo spinto a tutta velocità si schianta contro l’arco in pietra. Ad oggi non conosciamo la sua sorte ed immaginiamo un epilogo fatale. (Non molto distante sempre nel 2022 un cavallo è morto durante la tradizionale Ardia 2022 di Seneghe. Il cavaliere è rimasto incolume ma per il cavallo molto probabilmente stroncato dal caldo non c’è stato nulla da fare.) Nel 2018 tre cavalieri cadono, uno in rianimazione. Non sappiamo della sorte dei cavalli; nel 2017 le polemiche per l’impossibilità di far rientrare la corsa in un contesto non pericoloso ed attento alla salute di cavalli e uomini; nel 2016 in coma il fantino Giuseppe Angelo Marceddu colpito alla testa dallo zoccolo di un cavallo che sopraggiungeva prima dell’arco in pietra. Abbattuta la cavalla che, cadendo ha battuto violentemente la testa; puntuale l’incidente nel 2015, frattura per il cavaliere; nel 2014 incidente che ha portato all’abbattimento di un cavallo; nel 2013 sono finiti in ospedale un cavaliere e due spettatori; Altri incidenti nel 2011 con cadute in serie. Tragica morte di un cavaliere nel 2010”.

“Puntualmente ogni anno queste manifestazioni in Sardegna presentano un conto letale di incidenti a cavalli ed umani – commenta l’associazione -. Chiediamo che queste esibizioni legate alla tradizione vengano abolite, teatri di costrizione, sofferenza e spesso morte per i cavalli. Oltre alle considerazioni etiche sullo sfruttamento dei cavalli in qualsiasi attività, sportiva e non, ci chiediamo come sia possibile che venga autorizzata una corsa con le caratteristiche dell’Ardia, ossia priva delle benché minime misure di sicurezza e con un percorso talmente insidioso che, in altri contesti, non troverebbe parere positivo da chi è chiamato a validare fondo e tracciato” dichiara LAV Cagliari – “E’ necessario un salto culturale, il sentimento religioso e le tradizioni si possono benissimo esprimere senza sfruttamento e crudeltà”.

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