“Voglio sapere com’è morta mia figlia Annika e cosa sia accaduto prima, durante e dopo quello che le autorità svizzere hanno subito liquidato come un tragico incidente”. Così Gianluca Deidda, ingegnere, padre della 21enne cagliaritana tragicamente scomparsa in Svizzera, lo scorso 28 giugno.
Questo pomeriggio, alle 15,30, si terranno i funerali nella chiesa di Sant’Ignazio a Cagliari.
Per il professionista, che nella mattina di ieri si è rivolto ai pm cagliaritani, il caso non è chiuso.
Secondo quanto riportato dai quotidiani del Canton Ticino, la giovane Annika si trovava in gita col ragazzo nei pressi della cascata di Santa Petronilla, nel territorio di Biasca, quando è volata giù da un’altezza di 40 metri finendo sulle rocce sottostanti. Gli investigatori hanno subito escluso sia il gesto volontario che un omicidio. Si tratterebbe quindi di una tragica fatalità.
Ma il padre, che fa sapere di aver presentato un esposto e chiesto alla Procura di Cagliari di intervenire e affiancare i magistrati in Svizzera, ora aggiunge dei dettagli che potrebbero cambiare le ipotesi degli investigatori: Annika aveva detto tre giorni prima del tragico episodio di voler lasciare il ragazzo.
La giovane era iscritta alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ma di recente si era trasferita a Como. “Le cose sono cambiate quando ha conosciuto un ragazzo 24enne – racconta il padre di Annika -. Era dimagrita di 25 chili e pensiamo che avesse incontrato anche la droga. Inoltre, crediamo fosse finita in un giro di persone molto ricche che andavano a prenderla con limousine e altre auto costose, accompagnandola in alberghi di lusso. Una situazione che ha convinto la mia ex moglie a metterle alle calcagna un investigatore privato già dal mese di aprile”.
Qualche giorno prima del drammatico episodio, aveva detto ai genitori di voler lasciare Como e la casa in cui viveva col ragazzo. Dopodiché lui l’avrebbe invitata a fare quella gita alla cascata, poi la tragedia. Di una cosa è certo il padre: “Annika voleva lasciare quel giro”.
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