Un’ondata di colori arcobaleno nel pomeriggio di ieri a Cagliari per il Sardegna Pride. Sono scesi in 40mila per ribadire il loro sì all’amore universale. Donne, uomini, famiglie, amici, compagni, giovani e meno giovani.
È il numero più alto mai registrato, conferma l’associazione Arc Cagliari che ha organizzato l’evento.
Dopo il raduno al Parco della Musica, con un villaggio del Pride aperto già da diversi giorni, il corteo è partito attorno alle 18,30 per le strade del capoluogo sardo con uno striscione che ha voluto omaggiare le parole di Antonio Gramsci: “Istruite, agitate, organizzate”.
Poi la sfilata di carri lungo via Cao di San Marco e il lancio di preservativi all’angolo tra via Bacaredda e via Sant’Alenixedda.
Al centro i diritti della comunità Lgbtq+ e, più in generale, la libertà sessuale. “Sono bisex, mi piacciono tutti tranne i fascisti”, è stato uno dei messaggi più ricorrenti durante la manifestazione. Ma non solo, tra i temi trattati anche la difesa della sanità pubblica alla luce delle aspre polemiche sui nuovi ospedali che la Giunta Solinas intende realizzare a Cagliari.
Dopodiché si è raggiunta via Paoli per tornare in via Dante e dirigersi nuovamente al Parco della Musica.
Tra i tanti striscioni anche uno che riprende l’ultimo saggio della scrittrice e attivista sarda Michela Murgia sul rapporto tra religione cristiana e queerness: “God save the queer”.
“Sono passati poco più di ottant’anni dalla fine del regime fascista – si legge nel manifesto unitario Sardegna Pride 2023 – e oggi ci ritroviamo a fronteggiare una nuova marea nera, che si sta abbattendo con violenza sulle istituzioni, sui mezzi di comunicazione e sulla vita delle persone in questo Paesema noi e le nostre comunità questa volta non ci faremo trovare impreparate. Abbiamo combattuto a lungo per ottenere almeno parte dei nostri diritti e non arretreremo di un passo, anzi: più vorranno zittirci, più forte sarà la nostra voce. Più vorranno oscurarci, più colorate saremo. Più ci minacceranno, più in alto sventoleremo le nostre bandiere”.
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