Una manifestazione per la sanità in Sardegna (Archivio Cagliaripad)

Un sardo su cinque costretto a rinunciare alle cure. Un solo infermiere ogni tredici pazienti, e in qualche caso persino ogni venti (il dato nazionale è un infermiere su sei). La disastrosa sanità isolana è stata ieri al centro di un incontro tra i capigruppo in Consiglio regionale e i rappresentanti dei sindacati del settore Fp Cgil, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up, Fsi – Usae, Anaao Sardegna.

Il vertice è servito ad instaurare un primo dialogo con la Regione, vista l’assenza dell’assessore della Sanità Carlo Doria. Sarà dunque necessario un nuovo incontro con l’opposizione nonché una seduta del Consiglio per discutere la annosa questione.

I sindacati del comparto, numeri alla mano, hanno denunciato ancora una volta la situazione insostenibile, con una grande disorganizzazione globale, turni massacranti e soprattutto carenza di personale, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private.

I sindacati hanno chiesto risposte immediate contestando la delibera 19/82 del 1° giugno 2023, con la quale la giunta prevede l’istituzione di quattro nuovi ospedali in Sardegna. Più che la propaganda, secondo le sigle, la Regione dovrebbe infatti investire sul personale, unico modo per tamponare la carenza che in questo momento è il vero punto debole del sistema sanitario regionale.

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