Edilizia (Archivio Cagliaripad)

La pandemia, con quarantene trascorse dentro le quattro mura e smart working, ha fatto aumentare l’importanza della prima casa. Questo fatto, unito ai risparmi accumulati a partire dal 2019 e agli incentivi erogati per la ristrutturazione, ha contribuito a far crescere il mercato dell’edilizia in Sardegna. Nel 2022 il volume d’affari è stimato in 7,5 miliardi di euro con un +10,5% rispetto all’anno precedente. Si registra anche un +12,9% negli investimenti.

Il report annuale della Cna costruzioni fotografa un mercato immobiliare in crescita con un generale +14% e un +8,8% nelle compravendite immobiliari. Si evidenzia anche un boom delle gare d’appalto di lavori pubblici (+16%) con addirittura un +275% in termini di valor: da 464 milioni a 1,7 miliardi di euro.

La produzione edilizia aumenta di un +13,3% rispetto al 2021, aumentano anche le imprese +246 unità, l’occupazione (+9,8%) tocca di nuovo 45mila addetti.

Ma quali saranno le previsioni per il 2023? La previsione ha due facce: da un lato le vetuste case sarde, entro i prossimi 10 anni, necessitano di rivisitazioni green e di risparmio energetico. Dall’altra le incertezze legate alla fine del superbonus e sul Pnrr.

La Cna prevede una stabilizzazione del mercato che si dovrebbe assestare sul +1,4%.

“Molto dipenderà – spiegano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario e presidente regionale di Cna Costruzioni – dall’avanzamento dei cantieri in atto e dall’avvio di quelli in programma. Siamo in una fase in cui, almeno sul fronte pubblico, il nodo non è tanto quello delle risorse, ma quello dell’effettiva capacità di spesa, ostacolata da fattori strutturali (vincoli burocratici, inadeguatezze gestionali), ma anche dalle più recenti tensioni dell’offerta, con i rinnovi delle quotazioni di materia prima e dei processi produttivi”.

“Sul fronte interno regionale – continuano i vertici Cna – occorrerebbe completare positivamente la legislatura, completando la tanto attesa legge di riordino del quadro normativo in ambito urbanistico, la legge casa, e un serio e concreto piano formativo che aiuti il sistema dell’offerta a trovare sul mercato le figure professionali richieste”.

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