La Sardegna? Potrebbe vivere di rinnovabili e diventare interamente autosufficiente dal punto di vista energetico.
È questa la sintesi dell’intervento del metereologo e presidente della Società meteorologica italiana, Luca Mercalli, in videoconferenza a Cagliari per il convegno “Il cambiamento climatico e le ripercussioni nella tutela della risorsa idrica: quali soluzioni?”, organizzato dall’Egas.
“Io penso che la Sardegna potrebbe diventare un’isola completamente autosufficiente sul piano energetico e anzi potrebbe esportare energia per gli altri”, ha dichiarato all’Ansa il noto esperto climatico e divulgatore scientifico.
Per farlo, però, occorre portare avanti tre linee programmatiche principali: stop al consumo di suolo, migliorare la gestione delle acque e puntare tutto sulle rinnovabili.
“Il consiglio più importante – ha aggiunto Mercalli all’Ansa – è non continuare a cementificare il territorio, bisogna mettere un punto fine e dire: oggi in Sardegna stiamo bene così, abbiamo fatto tante cose per rendere la nostra terra bella e ospitale anche per il turismo, ma c’è un limite. Più cementifichiamo, più rendiamo il territorio vulnerabile ai nuovi eventi estremi, semmai riqualifichiamo l’esistente”.
Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, il metereologo ha sottolineato come la Sardegna abbia già “una grande esperienza di gestione dell’acqua, perché le sue periodiche siccità hanno fatto sviluppare un bel sistema di invasi e di canali”. Un sistema, continua Mercalli, da mantenere e migliorare attraverso una grande opera di manutenzione.
Dulcis in fundo: le rinnovabili. “La Sardegna ha la grandissima fortuna – prosegue Mercalli all’Ansa – di essere un territorio baciato dalle energie rinnovabili, perché ha sia il vento sia il sole, e può diventare un’isola autosufficiente dal punto di vista energetico”.
Una fortuna che negli ultimi anni ha attirati grandi multinazionali che molto spesso sfruttano il territorio sardo senza lasciare niente in cambio, in termini di energia prodotta e di guadagni economici, tant’è che in più occasioni si è parlato di “servitù energetica”.
“Come sempre tutte le cose vanno fatte in relazione al territorio – spiega ancora Mercalli all’Ansa – ci sono dei luoghi dove sarebbe assurdo installare pale eoliche perché particolarmente pregevoli dal punto di vista paesaggistico, ma ce ne sono altri dove invece le pale non disturbano”.
Per farlo, Mercalli suggerisce di “costruire dei processi partecipati con i grandi investitori delle energie rinnovabili che lascino dei risultati al territorio”. Ma serve in ogni caso un intervento politico: “Un patto con le società energetiche: tu puoi venire qui a fare i tuoi affari, ma mi dai metà o dei profitti o dell’energia che produci”.
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