Hanno fatto discutere le parole del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara sull’ondata di proteste degli studenti italiani contro il caro affitti.
“Il problema del caro affitti esiste ed è grave – ha detto l’esponente del governo Meloni – ma solo nelle città governate dal centrosinistra”. Una frase che ha sollevato non poche critiche, soprattutto da parte dei sindaci di Firenze, Milano e Roma.
Le manifestazioni sono partite dall’Università La Sapienza, nella capitale, dove gli affitti in città hanno raggiunto ormai quote inaccessibili, compresi quelli delle case degli studenti che dovrebbero garantire cifre sostenibili per chi ha appena intrapreso un percorso di studi universitario, magari da fuori sede, e oltre all’affitto deve fare i conti con il caro prezzi che investe i beni di prima necessità – latte, uova e farina – oltre alle bollette ancora alte.
La situazione non è tanto diversa da quella della città di Cagliari che, al contrario da quanto detto dal ministro Valditara, è governata da una giunta di centrodestra con sindaco Paolo Truzzu, esponente di Fratelli d’Italia, lo stesso partito dell’odierna Presidente del Consiglio.
Soltanto due giorni fa, seguendo le proteste della Penisola, nel capoluogo sardo è stata sistemata una tenda da campeggio davanti all’ingresso dell’ex clinica Aresu, da anni sede di alcuni corsi dell’Università di Cagliari.
L’hanno piazzata i membri dell’Unione degli universitari per denunciare la crisi abitativa e chiedere risposte dal Governo.
Lo slogan è “Senza casa, senza futuro“. “Una situazione intollerabile anche in Sardegna” ha spiegato all’ANSA Matteo Pisu, coordinatore di UniCaralis.
“A Cagliari stiamo assistendo a dei forti rincari. Si parte da 250-300 euro a letto. La richiesta è quella di realizzare residenze universitarie che rientrino nel diritto allo studio, le uniche che possono garantire a tutti gli studenti di studiare, indifferentemente dalla loro situazione economica” ha concluso.
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