Un viaggio ispirato dalla storia, epica e leggendaria, di uno zio che in Madagascar aveva messo radici. Così Giuseppe Urgeghe ha deciso di realizzare un obiettivo: raggiungere questo paese lontano e sconosciuto dalla Sardegna. E ogni giorno raccontare sui social e YouTube l’esperienza, come un diario.
Urgeghe è di Sennori. Ex agente di viaggio, oggi lavora nel mondo del digitale. Il suo progetto “Il mio viaggio in Madagascar” nasce con l’idea di far conoscere un turismo sostenibile e responsabile.
Di che si tratta questo viaggio?
Avevo l’obiettivo di esplorare la cultura, la natura e la popolazione del paese, documentando diversi aspetti della mia esperienza attraverso i miei canali social. Sto cercando di dare una visione autentica di questo posto.
Come mai hai avviato il progetto?
Sono sempre stato appassionato di viaggi, ho lavorato sempre nel mondo del turismo in Sardegna: hotel, agenzie di viaggi e tour operator. Ho anche studiato informatica. Infatti ora è la mia principale fonte di reddito. Sono però sempre stato affascinato dalla cultura e dalla natura di Madagascar. Me ne parlava sempre uno zio che è scomparso ormai da molti anni qua in Madagascar e non se ne hanno tracce. E dopo aver letto numerosi libri e documentari sulla sua fauna unica al mondo, ho deciso di fare un viaggio di 40 giorni per esplorare l’isola e immergermi completamente nell’esperienza malgascia.
Cosa hai voluto scoprire?
Ho voluto scoprire le tradizioni e le usanze locali, provare la cucina locale e incontrare la gente del posto. Inoltre, ho avuto l’opportunità di fare trekking nella giungla, visitare parchi nazionali e ammirare la bellezza dei paesaggi dell’isola. Madagascar è stata una destinazione che ho sempre desiderato visitare. Ho deciso di fare questo viaggio per realizzare un sogno che avevo da tempo. È curioso che qua mi portano spesso a fare dei giri con una jeep che ha lo stemma dei 4 mori, infatti il proprietario è sardo.
Come riesci a conciliare il tuo lavoro con questo sogno?
Ho una agenzia web in Sardegna, grazie ai miei collaboratori posso lavorare da lontano. Dedico almeno 6-8 ore al giorno al lavoro. Lavoro forse più ora che quando sono in Sardegna (ride). Qua lo stress non esiste, così come molte malattie derivanti dallo stress, sia umano che psicologico. Sono molto incuriosito dal loro modo di pensare e di vivere. È un popolo che si aiuta tanto e ti aiuta tanto.
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