In pochi conoscevano il passato duro e doloroso da partigiano di Antonio “Nino” Garau. Veniva visto “solamente” come il segretario generale del Consiglio regionale. Ma tanto era stato il coraggio, tanto l’impegno per la conquista della libertà. Così a 83 anni, ha raccontato.
Diciasettenne entrò nell’Accademia Aeronautica di Caserta, alimentando un sogno, quello di volare. Era bravo, intelligente, desideroso. Poi venne l’8 settembre del 1943. L’ora della scelta, il bivio, il momento in cui non si poteva stare indifferenti. Garau capisce che da lì, da quel giorno, passa un momento cruciale per la storia d’Italia.
Scelse la Resistenza. Scelse di combattere per la libertà e la democrazia, da partigiano, in prima linea, con l’appellativo di Comandante Geppe. Guidò i suoi uomini alla liberazione della cittadina di Spilamberto, nel modenese, prima dell’arrivo degli Alleati, sfruttando le conoscenze di armi e strategie militari acquisite in Accademia.
Garau ha ricevuto la nomina a cittadino onorario di Spilamberto. Umberto Costantini, sindaco della cittadina, lo ha ricordato con molto affetto. “La mia città sarà sempre grata a Nino Garau, ci ha dato la libertà. Ha guidato con coraggio i partigiani che liberarono il nostro paese il 22 aprile 1945. A lui si deve l’organizzazione della Resistenza sul nostro territorio. Il suo ricordo rimarrà sempre con noi come esempio di lotta al fascismo e testimonianza dei valori costituzionali su cui si basa la nostra Repubblica”.
Durante e dopo la guerra non mancarono le difficoltà. Venne catturato a Verona, torturato. Nel 1949 venne arrestato e incarcerato ingiustamente con l’accusa di omicidio in seguito a una denuncia anonima. Liberato dopo dieci giorni, venne segnato dall’accaduto. Lo addolorò soprattutto l’abuso di chi lo accusò senza fondato motivo.
Tornato a Cagliari, completò gli studi e si prese la laurea in Giurisprudenza. Dal 1960 fino alla pensione è stato Segretario Generale del Consiglio Regionale della Sardegna. Il 25 Aprile del 2015 ha ricevuto dal Prefetto di Cagliari la Medaglia della Liberazione per il 70° anniversario.
La sua storia è stata raccontata poi nel libro autobiografico “La resistenza di Geppe. Diario di un giovane sardo che scelse di combattere per la libertà e la democrazia” e nel docu-film “Geppe e gli altri. Storia di vita di un comandante partigiano sardo”.
Se n’è andato serenamente nel 2020. Ma il suo coraggio, le sue opere rimarranno per sempre.
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