Una proposta di legge per incrementare i fondi regionali per il consueling psicologico dell’università di Cagliari. È il percorso che ha intrapreso l’associazione UniCaralis, a seguito dei disagi vissuti dalle studentesse e dagli studenti sardi.
Il progetto si chiama “Va bene non stare bene”. La proposta di legge rappresenta un segnale importante per la tutela della salute mentale degli studenti.
Il rappresentante dell’associazione, Matteo Pisu, ci spiega meglio il perché di questa proposta.
Che tipo di problema è quello della mancanza o della sottodimensione dei psicologi nell’Università?
La richiesta parte da ciò che è accaduto negli ultimi periodi, con ragazzi e ragazze che hanno compiuto gesti estremi. Parlare con un consulente psicologico è quindi fondamentale. La criticità c’è, si pensi che prima del crollo al Magistero, gli psicologi erano 2 per 24 mila persone, poi è stato incrementato successivamente ma è sempre molto critica la situazione poiché potenzialmente per ogni psicologo ci sarebbero più di 8 mila persone. Quindi questo si ripercuote nei tempi di attesa che sono infiniti.
Quella attuale è una società molto più competitiva?
Si, il grado di stress è aumentato poiché siamo di fronte ad una società sempre di più competitiva e questo si riflette all’interno delle università. Perché non più dei posti in cui si va a studiare. Il diritto allo studio non è più diritto ma un servizio. In una società che ci vuole come dei prodotti da mandare subito nelle aziende. Questo si ripercuote nel percorso di studi perché banalmente anche per una borsa di studio o le tasse se non si hanno i soldi va a creare dei disagi.
Quanto ha inciso la pandemia nei disagi degli universitari?
La pandemia ha inciso molto. Basta vedere le ricerche dei dati istat e della cgil con l’Unione degli universitari in cui 800 mila studenti hanno riferito di aver avuto gravi ripercussioni sulla salute psicologica. È notevole però che la maggior parte degli studenti non conosce il servizio del counseling psicologico. E quando ci va poi è carente. Dunque è un effetto a catena.
Al momento il centrosinistra ha sostenuto la proposta. Cosa vi aspettate dal centrodestra?
Al momento siamo contenti che il centrosinistra compatto abbia appoggiato la nostra richiesta. E al momento credo che anche il centrodestra possa unirsi a questa battaglia, anche perché non è una battaglia ideologica ma delle studentesse e degli studenti. Dunque mi auguro ci sia buon senso nell’appoggiare una giusta causa e una buona legge.
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