C’era tanta attesa per la presentazione della nuova segreteria del Partito Democratico guidato ora da Elly Schlein.
Tra chi non commenta, come l’ex segretario Enrico Letta, e chi invece polemizza sull’assenza di equilibrio tra le varie correnti interne al partito, come la deputata Paola De Micheli, la nuova fase politica dem si apre tra alti e bassi.
Tanti i segnali di discontinuità con la segreteria precedente: dalla maggiore attenzione posta alle tematiche Lgbtq+, con la nomina di Alessandro Zan ai Diritti, alle questioni ambientali seguite dall’ex portavoce Green Italia Annalisa Corrado fino alle Politiche migratorie e diritto alla casa che vedrà come guida Francesco Majorino, di recente in corsa per la Presidenza della Regione Lombardia.
Spunta anche, ma questa non è una novità, la delega alla Coesione territoriale, Sud e aree interne, per cui è stato nominato Marco Sarracino, già segretario dem della Città metropolitana di Napoli, poi entrato alla Camera alle ultime elezioni politiche.
E forse proprio in questo ambito si sarebbe, invece, potuto o dovuto osare più. Magari nominando un esponente politico sardo che ponesse al centro del dibattito la questione dell’insularità, di recente entrata in Costituzione grazie alla battaglia fatta in primis dai Riformatori, oltre al grave problema dei trasporti che la Sardegna subisce quotidianamente.
Vero è che alla direzione nazionale PD sono sei i sardi scelti dalla nuova leader Elly Schlein. Poco prima della sua elezione, poi, aveva affermato di avere ben presente i forti disagi a cui l’Isola deve far fronte, tra i quali, appunto, la questione della continuità territoriale.
Ma se è la segreteria la “macchina” che mette in moto le questioni che stanno più a cuore a questa o quella corrente politica, la ventata di freschezza arrivata con la nomina della nuova segretaria dem, non riguarda, ancora una volta, la Sardegna.
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