Tutto è iniziato il 22 dicembre scorso, il giorno prima delle vacanze di Natale. Marisa Francescangeli, classe 1965, maestra nella scuola primaria di San Vero Milis aveva chiesto ai suoi alunni di recitare due preghiere e ralizzare un rosario fatto di perline.
Per questo la docente è stata sospesa per venti giorni con una riduzione dello stipendio. “Sto vivendo un incubo. Tutto mi sarei aspettata ma non un provvedimento simile. Mi mancano i miei bambini, mi manca il mio lavoro. Non ho fatto nulla di male”, ha raccontato Francescangeli.
Due mamme si sarebbero lamentate dell’accaduto con il dirigente scolastico Alessandro Cortese. Poi la convocazione e il confronti con i genitori e il preside. La docente si è difesa ricordando di aver chiesto preventivamente di poter recitare delle preghiere in classe e nessuno si sarebbe opposto alla sua richiesta.
Il suo sindacato, inoltre, ha chiesto all’Ufficio scolastico provinciale di revocare il provvedimento in quanto non vi era il tempo necessario per produrre del materiale in sua difesa. Ma la risposta è stata negativa. La maestra, allora, ha chiesto l’accesso agli atti per capire quali fossero le accuse contro di lei.
“Mi hanno contestato di aver fatto pregare i bambini – dice Francescangeli -, di aver realizzato un rosario ma anche di averli terrorizzati quando, prima di Natale, avevo spiegato la pericolosità del fumo, dopo varie domande da parte dei piccoli. Una lezione educativa insomma”. Così la docente si è rivolta ad un legale e ha annuncaito di stare preparando un ricorso al Tribunale.
La maestra potrà tornare a scuola dal prossimo 16 aprile.
Da parte sua il dirigente dell’istituto Alessandro Cortese commenta: “Sulla vicenda non posso rilasciare nessuna dichiarazione”.
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