Spunta una nuova fondamentale rivelazione nel caso Emanuela Orlandi, la figlia del messo pontificio di Papa Wojtyla scomparsa nel 1983.

Secondo diverse fonti, riportate dal fratello Pietro Orlandi durante il programma DiMartedì, la destinazione della giovane ragazza – all’epoca 15enne – sarebbe dovuta essere Londra.

Il dossier “riservatissimo”

Da quache settimana, però, il Corriere della Sera ha pubblicato un un altro documento “riservatissimo”, che descrive i presunti spostamenti di Orlandi fin dalla sera della sua scomparsa.

L’autore del dossier si firma come “un servitore della Repubblica” e nel testo inviato alla testata nazionale mescola fatti veri ad altri non verificati, ricollegandosi al documento reso noto nel 2017, bollato come falso, contenente la presunta nota-spese da 483 milioni di lire stanziati dal Vaticano per tenere in vita Emanuela.

Sebbene la veridicità dei fatti riportati sia ancora tutta da dimostrare, l’autore dimostra di essere ben informato anche riguardo le varie piste e della posizione dei principali protagonisti del caso ancora irrisolto: dai boss della banda della Magliana ai prelati coinvolti fino a Marco Accetti, fotograto romano indagato nel 2013 – e poi prosciolto – dopo aver consegnato il flautoriconosciuto da familiari come quello di Orlandi.

Gli spostamenti: da Civitavecchia in Sardegna

Nella parte iniziale del testo, l’autore descrive quanto sarebbe accaduto la notte della sparizione.

“Emanuela si legge nel dossier – il 22 giugno 1983, alle ore 20, è già a Civitavecchia, dove dal molo turistico viene messa a bordo di un’imbarcazione e portata  in Sardegna, ed esattamente fino alla darsena di Santa Teresa di Gallura”.

Una destinazione studiata al dettaglio. “Questo luogo – continua il testo – fu scelto di proposito perché in quello stretto si incrociavano i segnali radio dei radiofari italiani e francesi. Questo permetteva, a causa delle tecnologie obsolete dell’epoca, di non essere tracciati, poiché un radar creava interferenze all’altro”.

Il coinvolgimento degli agenti dormienti di Gladio

Nel dossier riservatissimo, l’autore sostiene “con estrema certezza” che dalla Sardegna, Orlandi sia poi stata trasferita all’estero. 

“Per questo tipo di strategia – dice l’autore del testo -, tecnica e messa in opera, furono utilizzati agenti dormienti della sezione Gladio o SB, che con le loro conoscenze sia a livello tecnico-operativo che a livello di territorio hanno garantito un passaggio sicuro in una zona comunque attenzionata”.

“Fino al 2000 Emanuela Orlandi potrebbe essere stata ospite in Inghilterra ‘sotto protezione’ di una fondazione ecclesiastica… Il potrebbe – aggiunge l’autore del dossier – è d’obbligo, perché rintracciarlo ufficialmente diventa complicato: secondo la giurisprudenza britannica infatti certe fondazioni non sono obbligate a comunicare informazioni su benefattori o associati…”.

Quel che è certo, prosegue l’autore del testo, “è che tra il 1993 e il 2000  Emanuela è stata ospite in una casa di South Kensington, a Londra, sotto la gestione dello Ior, che ha provveduto al suo mantenimento lontano dagli affetti, con il plauso e l’appoggio del Sacro collegio per le opere misericordiose, che a quel tempo utilizzava come cassa la fondazione Nova”.

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