Cagliari è fra le cinque città scelte a livello nazionale, insieme a Torino, Roma, Napoli e Palermo, per svolgere le iniziative in programma il 1 aprile per la Giornata di mobilitazione nazionale “Fai la cosa buona” proclamata da Fillea Cgil e Feneal Uil.
L’appuntamento, al quale saranno presenti anche i segretari nazionali Fillea Cgil e Feneal Uil, è al Parco di Molentargius – ingresso quartiere La Palma – a partire dalle 9. Un corteo partirà dai parcheggi del Parco sino all’ingresso dell’area dove si trova la sala Sali Scelti, dove si svolgerà un momento di approfondimento al quale, oltre al presidente del Parco Stefano Secci, partecipano: la presidente della Federazione degli Ordini degli Architetti Teresa De Montis, Giuliano Frau per l’Adoc, Matteo Pisu per UniCaralis-Udu, la presidente Legambiente Sardegna Annalisa Colombu, i segretari nazionali Fillea Cgil Feneal Uil Giulia Bartoli e Stefano Costa, l’imprenditore David Scaccia.
Al centro della mobilitazione le richieste di modifica del decreto 11/2023 approvato dal Consiglio dei ministri il 16 febbraio che, di fatto, esclude la possibilità, per i redditi bassi e gli incapienti, di accedere agli incentivi previsti per la messa in sicurezza degli edifici, l’efficienza energetica, l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Con quel decreto – hanno spiegato i segretari regionali Fillea Cgil e Feneal Uil Erika Collu e Gianni Olla – il governo Meloni mina l’indispensabile percorso verso la rigenerazione e la sostenibilità ambientale delle nostre città, soprattutto nelle periferie e nelle aree interne, e mette a rischio oltre 100 mila posti di lavoro nel settore delle Costruzioni con riflessi devastanti per il sistema economico della Sardegna”.
Nel 2022 infatti, il Superbonus ha prodotto nell’Isola 10 mila occupati in più, il 2,2 per cento del totale dell’occupazione regionale (577 mila occupati), con una percentuale superiore alla media nazionale (1,8 pere cento). Il dato si riferisce a 5 mila posti di lavoro diretti in edilizia, 3 mila nell’indotto, 2 mila 800 ulteriori occupati legati all’aumento della domanda di consumi e servizi generata dai redditi di lavoro (dati Cna). A supportare il ruolo economico dell’incentivo, decisamente più importante rispetto alla media nazionale, è la variazione del Pil interno per 568 milioni di euro, pari a 1.8 punti percentuali su 2.9 totali: significa che oltre il 60% della crescita del Pil sardo è riconducibile ai lavori di riqualificazione incentivati col Superbonus.
Fillea Cgil e Feneal Uil sono inoltre contrari alla norma proposta nel decreto attuativo del nuovo Codice degli Appalti, secondo il quale verrebbe introdotta la liberalizzazione dei livelli di sub appalto negli appalti pubblici: si tratta del cosiddetto “sub appalto a cascata”, vietato dall’attuale Codice. Se dovesse passare, quella norma renderebbe più difficile esigere le tutele contrattuali e di legge in termini di corretta applicazione dei CCNL, rispetto delle norme su salute e sicurezza, parità di trattamento, e favorirebbe il nanismo aziendale e la competizione sui costi. Una regressione pericolosissima che mette a repentaglio anche il sistema delle imprese sane e virtuose che anche in Sardegna hanno investito in qualità, innovazione e personale.
“Siamo di fronte a uno stravolgimento di norme e regole che questo governo vuole portare avanti a discapito della collettività e di un settore strategico per l’economia della Sardegna e per il Paese” hanno spiegato Erika Collu e Gianni Olla sottolineando che “si rischia di provocare una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia: una vera e propria bomba a orologeria che si scaricherà sulle spalle di lavoratori, famiglie e imprese”.
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