La Fondazione “Tender to Nave Italia” ha premiato il progetto presentato dal Direttore dell’Unità Operativa di Diabetologia della Asl Gallura, Giancarlo Tonolo, insieme alle associazioni Diabete Zero Odv e Janasdia. Diversi pazienti diabetici, accompagnati da due medici, si imbarcheranno quest’estate sul veliero “Italia” della Marina Militare, il più grande al mondo nella categoria dei brigantini con i suoi sessantuno metri di lunghezza. Per cinque giorni si impegneranno a non “abbandonare” la nave, con l’obiettivo di imparare a gestire la patologia anche in una situazione problematica scandita dalle numerose attività di bordo.

Il progetto

Il programma educativo e riabilitativo è stato valutato positivamente dall’ente fondato quindici anni fa dalla Marina Militare Italiana e dallo Yacht Club Italiano proprio per combattere ogni forma di pregiudizio sulle patologie, attraverso la cosiddetta “terapia delle avventure”. I pazienti diabetici di tipo 1 insulino-dipendenti, già selezionati dai medici, veleggeranno nel mare della Sardegna dall’11 al 15 luglio, cercando di ridurre gli ostacoli delle tempistiche delle cure. «Avremo con noi utenti provenienti dalla Gallura e dalle aree sassaresi e cagliaritane, con partenza dal porto del capoluogo isolano. Insieme alle equipe impegnate – spiega dottor Tonolo – valuteremo le capacità di adattamento in una condizione diversa da quella di tutti i giorni, lontano dalle strutture sanitarie e dalle farmacie, coadiuvati dalla telemedicina: saremo, infatti, collegati con operatori in grado di supportare i pazienti da terra. Deve cominciare a passare il messaggio che il diabete non è una malattia che limita le possibilità lavorative o ricreative: le insuline moderne riducono drasticamente gli episodi di ipoglicemia e abbiamo device che garantiscono una somministrazione “intelligente”. Ciò permette al paziente di dedicarsi ad attività un tempo proibite. All’inizio non è semplice, ma l’obiettivo di questo progetto è proprio quello di imparare a fronteggiare gli imprevisti e districarsi fuori dalle routine. Il mare è un ottimo elemento di paragone: bisogna imparare a conoscerlo, così come il nostro corpo, e abituarsi a fronteggiare gli eventi esterni come il cambio di vento o le correnti, proprio come accade nella vita dei pazienti che devono affrontare una variazione della glicemia».

La rete pubblico-privata

Anche Diabete Zero si dichiara fortemente convinta dei benefici che i pazienti diabetici selezionati trarranno da questa esperienza. «Siamo davvero onorati di partecipare a questo ambizioso progetto. Siamo sempre pronti a partecipare a iniziative che creino reti tra soggetti pubblici e privati: le attività di educazione, sensibilizzazione, prevenzione e cura risultano molto più efficaci se realizzate in collaborazione tra istituzioni pubbliche, strutture sanitarie e associazioni di pazienti» dichiara il presidente dell’associazione Diabete Zero, Francesco Pili.

La gestione del diabete a bordo

Per coloro che parteciperanno al progetto è prevista anche una fase di training: nelle settimane che precedono la partenza verranno svolti degli incontri singoli e in gruppo sulla gestione dei device e sulla alimentazione. «Particolare attenzione verrà data alla gestione di situazioni anomale – aggiunge Giancarlo Tonolo – ad esempio una ipoglicemia annunciata senza possibilità di intervenire sulla pompa. Situazioni frequenti nella vita di bordo ma anche nella vita reale, quando magari non si può per vari motivi assumere il pasto come da programma». Ogni giorno verranno effettuati briefing tra i pazienti e i diabetologi. In tal modo i pazienti saranno più consci di come il sistema opera con loro per raggiungere l’obiettivo di un buon compenso metabolico, facendo tutte le attività che uno vuole, senza paura delle complicanze croniche o della ipoglicemia. I dati saranno trasmessi all’equipe di terra. I partecipanti saranno misti, con la possibilità di valutare i dati anche dal punto di vista del genere.

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