Un gruppo di lavoratori della Portovesme srl di Portoscuso si è barricato per protesta su una ciminiera del Kss, l’impianto del piombo, a 100 metri di altezza. “Oggi 28 febbraio 2023, scaduti i termini del verbale sottoscritto lo scorso 20 gennaio, prende corpo la cassa integrazione di 1500 lavoratori e il licenziamento di 62 lavoratori interinali di Portovesme e San Gavino, nostri colleghi da anni – si legge in un comunicato – In segno di protesta ci asserragliamo nella ciminiera più alta della fabbrica. Chiediamo alla politica sarda e nazionale un impegno concreto per risolvere il problema del caro energia elettrica”.

L’iniziativa degli operai ha trovato il sostegno dei sindacati. “Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro. È evidente che il tema da risolvere è quello dell’energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni. Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo com la massima urgenza un incontro con il ministro competente», si legge in una nota firmata da Emanuele Madeddu (Filctem-Cgil), Vincenzo Lai (Femca Cisl) e Pierluigi Loi (Uiltec Uil).

“La politica deve fornire risposte e mettere in campo ogni iniziativa per salvaguardare i posti di lavoro”, scrive Il Presidente del Consiglio Comunale di Iglesias Daniele Reginali. “Di fronte al gesto di protesta dei lavoratori della Portovesme Srl, che da questa notte sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss, la politica non può rimanere indifferente. Troppe volte negli ultimi mesi sono state lasciate cadere le iniziative rivolte all’abbattimento del costo dell’energia e al salvataggio degli impianti di Portovesme e San Gavino, la cui chiusura avrebbe conseguenze catastrofiche su un territorio già duramente colpito dalla crisi economica e dalla disoccupazione.

Nella giornata di oggi scadono i termini del verbale sottoscritto lo scorso mese di gennaio, e fino ad ora non è stato prodotto nessun provvedimento per calmierare il prezzo dell’energia e garantire la continuità produttiva. In questo modo, prende corpo il ricorso alla cassa integrazione di 1500 lavoratori, oltre al licenziamento di 62 interinali di Portovesme e San Gavino”.

“Di fronte a questa situazione gravissima e inaccettabile il mondo del lavoro chiede risposte che la politica, e in particolare le Istituzioni regionali, non sono riuscite a fornire, a causa di un immobilismo che mette a rischio l’intero polo industriale e la sua intera filiera produttiva – conclude la nota -. Siamo al fianco dei lavoratori e della loro mobilitazione”.

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