Aveva lasciato il testimone al conduttore sardo di Ballarò, Giovanni Floris. “E’ lui il mio erede”, aveva detto in una intervista due anni fa.
Un testimone sicuramente scomodo, visto che difficilmente il mondo della televisione conoscerà un personaggio eclettico come Maurizio Costanzo. Ideatore di decine di programmi radiofonici e televisivi, nel suo storico format trasmesso dal teatro Parioli di Roma su Canale 5, l’intramontabile “Maurizio Costanzo Show,” ha tenuto a battesimo tantissimi protagonisti del piccolo schermo: da Enzo Iacchetti a Giobbe Covatta, da Valerio Mastandrea a Ricky Memphis, passando per Vittorio Sgarbi e Stefano Zecchi. Ma il suo nome è legato indissolubilmente anche alla musica. Sua, ad esempio, è la celeberrima canzone Se Telefonando, portata al successo da Mina.
Con Maurizio Costanzo, morto oggi a Roma all’età di 84 anni, se ne va via un pezzo di storia della televisione italiana.
Giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore, Costanzo è stato l’unico personaggio televisivo a potersi concedere il lusso di dividersi tra Rai 1 e Canale 5, tra Mamma Rai e la tv commerciale.
Era nato a Roma il 28 agosto 1938 ed aveva iniziato realizzando decine di programmi radiofonici e televisivi e commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). Il successo era arrivato nel 1976, con il programma Rai “Bontà loro”, che aveva cambiato le abitudini televisive degli italiani introducendo nel palinsesto televisivo il primo talk-show.
La consacrazione definitiva del format di Costanzo è arrivata con il Maurizio Costanzo show, trasmesso dal Teatro Parioli ininterrottamente dal 1982 al 2009 sulle reti Mediaset, poi ripreso nel 2015. Tra i suoi programmi più noti anche Buona domenica.
Nel 1993 Maurizio Costanzo era scampato miracolosamente ad un attentato di Cosa Nostra: per far tacere la sua voce contro la mafia era stata piazzata una bomba in via Fauro, la strada che Costanzo percorreva ogni giorno per andare al Parioli, di cui dal 1988 al 2011 è stato direttore artistico.
La carriera di Costanzo è stata lunghissima. Quando ai primi degli anni Ottanta era stata scoperta la sua appartenenza alla Loggia P2 per un anno si era autosospeso dalla tv. Poi aveva ricominciato a lavorare. Dove? Dagli schermi dell’emittente sarda Videolina.
Nel 1995 Maurizio Costanzo si era sposato con Maria De Filippi, dando vita ad uno dei sodalizi più potenti del mondo della tv italiana.
Costanzo ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l’Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022).
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