A sinistra il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro, a destra Pasquale Brau (Foto credit: Emanuele Cavallaro Facebook Page)

Scrive direttamente dalla città di Kahranmanmaras, epicentro del tragico terremoto che ha devastato Turchia e Siria provocando migliaia di morti. Pasquale Brau, 53enne residente a Rubiera ma originario di Orotelli, ha lasciato un post sulla pagina Facebook del sindaco Emanuele Cavallaro, per lanciare un appello di solidarietà.

Brau si trovava in Medio Oriente per conto di una ditta di Scandiano, quando lo scorso lunedì 6 febbraio la città è stata stravolta dalla fortissima scossa. Lui si è miracolosamente salvato, ma oggi si contano oltre 40mila vittime.

Poco prima di prendere il volo di ritorno in Italia, Brau ha raccontato la sua storia: “Domenica notte alloggiavo all’hotel Alcazar a Kahranmanmaras, epicentro del sisma 7.9 – si legge nel post- Ne sono uscito indenne da quei terrificanti 2 minuti dove tutto era un boato unico, palazzi che cadevano di fianco a me, il mio hotel ha semi retto e sono riuscito a correre lungo le scale semidistrutte e uscire fuori, non so nemmeno io come. Sono stato fortunato e sabato (domani) rientro in Italia, a Rubiera dove la mia famiglia mi aspetta”.

“Le ho scritto – continua Brau – per dirle che la situazione di questi centri è terribile, c’è freddo sono senza luce acqua e i telefoni funzionano malissimo, quindi anche comunicare è quasi impossibile”.

Dopodiché si arriva alla richiesta di aiuti concreti: “C’è bisogno del sostegno da parte di tutti – prosegue Brau – Io nel mio piccolo ho dato un aiuto lì in loco, ma ero solo, non c’erano italiani con me per dare sostegno anche se ho trovato chi per una notte mi ha portato a casa sua e mi ha fatto mangiare, bere e anche se in una tettoia di lamiere chiusa con dei teli e con due stage a legna mi hanno scaldato e asciugato dai vestiti da lavoro che indossavo quel giorno sotto una pioggia battente”.

“Non voglio avere visibilità, mi creda, ma credo che da cittadino italiano e rubierese fosse mio dovere informare lei che io sto bene; sono ad Adana in un hotel e aspetto con molta ansia il volo che sabato mattina mi porterà a casa. La saluto e buon lavoro” conclude.

Il primo cittadino Cavallaro non si è fatto attendere e ha subito risposto: “Sono davvero lieto di sapere che sta bene – ha scritto – le immagini ed il suo racconto fanno venire i brividi- da un lato- e dall’altro ci dicono cosa sia l’umanità. Stiamo cercando di capire come aiutare concretamente. Se recupera qualche riferimento diretto lì dove si trova, lo conservi e magari vediamoci al suo rientro per provare a organizzarci”.

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