“Non si dicono le bugie che sennò poi vi cresce il naso. E va bene, non cresce il naso, ma perderete l’occasione di diventare delle persone vere. Avevate promesso di tornare indietro sullo scorporo di Oncoematologia pediatrica dal Brotzu, di ridiscutere e trovare una soluzione adeguata per il reparto e per il centro trapianti, avevate detto che sarebbe stata stilata con urgenza una convenzione per rendere più fluidi i passaggi e invece non è successo niente di tutto questo, è solo aumentata a dismisura la stanchezza dei medici e del personale, sempre sottodimensionato e allo stremo”.
Lo scrive lsu Facebook a presidente dell’Asgop, l’associazione dei genitori dei bambini di oncoematologia pediatrica, Francesca Ziccheddu, che oggi – in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile – sarà in Senato per sollevare il problema del reparto di Oncoematolgia pediatrica per la Sardegna.
“Lo faccio per non lasciare niente di intentato – scrive – ma abbiamo il dovere di opporci tutti a questo scempio; perché se un errore è stato commesso ciò che non è accettabile è la resa incondizionata della politica locale, colpevolmente assente e muta e la debole opposizione che mostriamo”.
“Abbiamo bisogno di tutto ma non di bugie – continua il post -. L’altro giorno per esempio mancavano le garze. Addirittura siamo arrivati al punto di portarci le garze da casa perché chiaramente la farmacia del Brotzu rifornisce prima le sue strutture e poi quelle esterne; così per tutto: dal personale, alle sacche per le trasfusioni. Quello che potevamo fare prima scendendo di un piano, adesso lo dobbiamo fare organizzando e coordinando mille aspetti, attraversando il traffico della città intera in ambulanza, con i bambini immunodepressi per raggiungere il SS.Trinità anche per fare una procedura semplice, un elettroencefalogramma. Ma il SS.Trinità è lontano e non c’è nessuna specificità assistenziale pediatrica. E’ lontano fisicamente dal nostro reparto e da tutte le altre specialità pediatriche, lontano da tutto quello che serve a un paziente oncoematologico. Non è la stessa cosa gestire un paziente pediatrico: farmaci diversi in dosi specifiche, strumentazione idonea. Vuol dire che scorrono così le giornate, con il personale inchiodato a inventare soluzioni organizzative, ad attendere sacche per fare trasfusioni che devono fare percorsi lunghi e tortuosi. Ad oggi non c’è nessuna organizzazione per un’ urgenza anestesiologica. Ed è così se abbiamo bisogno della neurologia pediatrica, della cardiologia pediatrica. Se occorre fare un elettrocardiogramma alle due di notte parte il walzer burocratico di mail per interfacciare le strutture ospedaliere. Non si può pensare di sostituire la cornice organizzativa entro la quale si muove un reparto complesso come il nostro togliendo dei pezzi.
Ha fatto scandalo il report Osservatorio Gimbe 2022 sui Livelli Essenziali di assistenza che mostra le diseguaglianze regionali in sanità e la Sardegna in ultima posizione. Non è accettabile che proprio dalla nostra isola, con tutte le difficoltà supplementari che comporta viaggiare, le famiglie si vedano costrette a partire lontano per inseguire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione, che non deve essere un privilegio per pochi ma un diritto garantito per tutti. Tanto più che il nostro problema è di facile e immediata soluzione: chiediamo il ripristino della situazione antecedente alla riforma del 2020, chiediamo che il nostro reparto, dislocato nell’ospedale Microcitemico, accorpato attualmente ad una azienda sanitaria locale della città di Cagliari, ritorni a far parte della struttura ospedaliera G.Brotzu, un ospedale regionale, di rilievo nazionale, ad alta specializzazione e dotato di un dipartimento di emergenza DEA di II livello, poiché la complessità dei nostri percorsi terapeutici lo richiede”.
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