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“Minacce e atti inconsulti e un vociare confuso non possono condizionare un atto umanitario necessario per evitare il peggio. E’ arrivato il momento di ripristinare un equilibrio in una realtà distorta da visioni irriducibili. I Medici si assumano la responsabilità di dichiarare se le condizioni di Cospito sono incompatibili con la detenzione (anche al 41bis) e la Magistratura di Sorveglianza sancisca il trasferimento in una struttura sanitaria esterna. Nel frattempo, al più presto, si esprima la Cassazione. Non ci sono altre strade”.

Lo sostiene in una dichiarazione Maria Grazia Caligaris di “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “quando si annebbia la vista, l’orizzonte scompare e il rischio di sbagliare strada è molto facile”.

“Sul caso Cospito – aggiunge – si sono levati scudi di ogni tipo. Oggi il problema non è politico e non riguarda più il luogo e il regime, è solo sanitario e umanitario. Ci sono gli strumenti per affrontare, nel rispetto delle leggi, la situazione e senza che ci siano vincitori e vinti. Bisogna applicare a Cospito tutto quello che l’ordinamento penitenziario prevede per chi ha perso la libertà e deve scontare una pena. Nessuno è in grado di fare il braccio di ferro sulla vita di una persona che peraltro ormai non è più in grado di state in piedi per le condizioni di salute in cui si trova”. “Il buon senso e un principio di umanità non viziato da ideologia suggeriscono – conclude Caligaris – di non tergiversare. Una verifica sulla incompatibilità può essere fatta in poche ore e le decisioni successive assunte con altrettanta rapidità. Da quanto si apprende sembra che le condizioni  siano scadute e Cospito debba essere ricoverato in un Ospedale, non in un Centro Clinico, ma questa responsabilità appartiene a chi in carcere è Medico”.

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