Inflazione “sostenuta” in Italia nel 2022, con una media di +8,1%. In Sardegna, però, si registra il +9,1%, la percentuale più alta a livello nazionale dopo Sicilia e Trentino Alto Adige. A rivelarlo è la nuova analisi diffusa dall’Istat.

Nel solo mese di dicembre scorso l’inflazione si conferma al di sopra del dato nazionale (+11,6% su base annua) nelle Isole (in rallentamento da +14,1% a +13,9%) e al Sud (stabile a +11,7%), mentre è al di sotto al Nord-Est (in decelerazione da +11,8% a +11,5%), al Nord-Ovest (stabile a +11,4%) e al Centro (in rallentamento da +11,5% +11,0%).

Tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e tra i comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+14,7%), Palermo (+14,6%) e Messina (+13,9%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Potenza (+9,2%) e Aosta (+8,5%). Tra le città maggiori spicca anche il dato di Cagliari (+11,7%) superiore al dato della media nazionale (+11,6%)”.

Se si guardano i dati del mese precedente, però, il valore è in diminuzione sia per quanto riguarda la parte congiunturale (+0,3% a dicembre 2022 rispetto al +0,4% di novembre 2022), sia per l’indice tendenziale con un +11,7% di dicembre 2022 rispetto al +12,1% a novembre 2022.

“Nel 2022 – commenta l’Istat – i prezzi al consumo registrano una crescita in media d’anno dell’8,1%, segnando l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu +9,2%), principalmente a causa dall’andamento dei prezzi degli Energetici (+50,9% in media d’anno nel 2022, a fronte del +14,1% del 2021). Al netto di questi beni, lo scorso anno, la crescita dei prezzi al consumo è pari a +4,1% (da +0,8% del 2021). L’inflazione acquisita, o trascinamento, per il 2023 (ossia la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili per tutto il 2023) è invece pari a +5,1%, più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu +1,8%”.

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