Acqua, farina, sale, lievito, mozzarella, salsa di pomodoro e poi….una cascata dei più vari condimenti per realizzare il più amato e conosciuto dei cibi italiani: la pizza. Margherita, ortolana o quattro stagioni, napoletana o romana, scrocchiarella o al padellino, sottile o grossa, con il cornicione ripieno o basso, bianca o farcita con ogni ben di Dio, per arrivare alle americane o a quelle hawaiane. In ogni caso, la preferita rimane la classica pizza tonda e cotta a legna, che continua ad essere la più apprezzata e ricercata, nonostante la crescita esponenziale di pizze gourmet.
“La pizza in Italia è un variegato mondo di sapori, forme, consistenze e tipicità locali – commenta Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – dove la fantasia vola e i gusti si scatenano, anche grazie alle mani dei maestri pizzaioli artigiani. E scegliere diventa, spesso, un’ardua impresa”.
Domani, 17 gennaio, in tutto il Mondo si festeggia il World Pizza Day, la festa mondiale della pizza; la giornata è stata istituita nel 2017, quando questa ha ricevuto il titolo ufficiale del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal Comitato UNESCO per la Protezione Culturale Immateriale. Fin dall’antichità, i pezzi di focaccia, condita con i salatini, servivano come un pasto semplice e gustoso per chi non poteva permettersi i piatti, o che era in viaggio.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, nel 2022 in Sardegna le pizzerie artigiane sono ben 1.519 (con oltre 3.500 addetti): nella vecchia provincia di Cagliari sono 786, nel Nord Sardegna sono 465, a Nuoro 786 e a Oristano 75.
I sardi, nel 2021, hanno speso circa 300milioni di euro per mangiare pizze, circa 410euro per ogni nucleo familiare. La professione del pizzaiolo, anche nel 2022, si è riconfermata tra le più ricercate dal mercato e non ha risentito particolarmente la crisi del 2020, grazie alle modalità di asporto e consegna a domicilio. In Italia, ogni anno, vengono sfornati tre miliardi di pizze, per un giro d’affari di 15miliardi di euro, con le cifre sono in perenne crescita.
Nel periodo prepandemia, a livello italiano, il settore contava 150mila addetti, per un giro d’affari di 15 miliardi di euro in Italia e di almeno oltre 60 nel mondo.
Dall’Italia, dove ha avuto origine, la passione per la pizza si è diffusa in ogni angolo del mondo. Gli americani sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre, in Europa, sono gli italiani a guidare la classifica con 7,6 chili all’anno. Al secondo posto gli spagnoli, al terzo, a parimerito, francesi e tedeschi
All’estero, secondo gli ultimi dati disponibili, i ristoranti e le pizzerie gestite da italiani sono 72mila e incassano oltre 27 miliardi di euro l’anno.
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, ha anche rielaborato i dati di una nota piattaforma di consegna ordini a domicilio, nel corso del 2021 gli ordini di pizza sono cresciuti del 70% rispetto al 2020. Tra i gusti preferiti, la classica margherita si conferma la regina delle pizze. Amata per l’essenzialità degli ingredienti, la tradizione e la semplicità nel gustarla, la classica pomodoro e mozzarella è in testa alle preferenze degli italiani. Seguono la diavola e la capricciosa, rispettivamente al secondo e
terzo posto. In quarta posizione la marinara, mentre la margherita con mozzarella di bufala si colloca quinta. Seguono alcuni grandi classici come la Napoli, la wurstel e patatine, tanto amata soprattutto dai più piccoli, e la 4 formaggi. Chiudono classifica la salsiccia e l’ortolana. A livello nazionale, è stata Alghero la città italiana dove sono state consegnate più pizze a domicilio. Al secondo posto Fossano (CN) e Città di Castello (PG).
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