Prosegue inarrestabile la spirale di violenza nelle carceri italiane, dove non passa giorno in cui non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari. L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Luca Fais, nella Casa circondariale di Cagliari: “Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti della Polizia Penitenziaria in Sardegna – scrive Fais – Questa volta è il personale in servizio a Cagliari ad aver vissuto una mattinata da incubo, dopo l’aggressione di un detenuto Alta Sicurezza verso il personale di polizia penitenziaria della Casa di reclusione di Oristano. Un detenuto algerino, fisicamente prestante e facinoroso, già recidivo per atti di violenza nel carcere di Udine, usciva dalla cella con la scusa di telefonare ai propri familiari e si autolesionava il corpo davanti al box Agenti, spargendo di sangue tutta la rotonda. Il personale di Polizia Penitenziaria riusciva a calmarlo e farlo rientrare in cella ma, subito dopo, il detenuto iniziava a danneggiare gli arredi della stanza, minacciando di morte chiunque si avvicinasse. Nel contempo, metteva a bollire in una pentola dell’olio, lamette e del peperoncino, si armava di bastoni rudimentali abbastanza affilati e cercava lo scontro coi poliziotti. Purtroppo, la situazione richiedeva l’intervento del personale e nelle operazioni di contenimento alcuni poliziotti riportavano delle lesioni dai 3 ai 7 giorni di prognosi. Queste sono situazioni che destabilizzano l’ordine, la sicurezza e la serenità del personale operante. Pertanto, considerato quanto previsto dal protocollo in vigore, si rende indispensabile disporre il trasferimento degli aggressori in altro istituto penitenziario”.
Fais evidenzia ancora che “le carceri della Sardegna stanno vivendo ormai da tempo momenti di grande difficoltà nella gestione dei detenuti. Sono continue le aggressioni al Personale che si verificano senza che vi sia un intervento da parte degli organi superiori. La gestione e movimentazione dei detenuti protagonisti di aggressioni ci lascia alquanto perplessi, in quanto non sempre vengono applicate repentinamente le normative ministeriale che prevedono il trasferimento immediato del detenuto che si rende protagonista di aggressioni nei confronti del personale”.
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