“Il trasferimento del SERD di Quartu S.Elena rischia di diventare una Bomba Sociale. Delocalizzare un servizio così importante mette in serio pericolo i programmi terapeutici e di recupero già predisposti e diventano inevitabili le ripercussioni sulla salute dei pazienti e dei loro familiari”. Lo afferma in una nota il segretario della USB Sanità Sardegna Gianfranco Angioni, annunciando che lo scorso 5 gennaio sul sito della ASL di Cagliari è stato comunicato che il SERD di Quartu Sant’Elena verrà trasferito temporaneamente presso i locali del Serd di Via dei Valenzani Cagliari II Area Vasta. “Un trasferimento, questo, a detta dell’azienda, determinato dall’inadeguatezza per gli operatori e per i pazienti dello stabile che ospita il Serd di Quartu”.

Il trasferimento che verosimilmente avverrà il prossimo 12 gennaio porterà con sé – denuncia Angioni – grossi disagi per i pazienti in carico presso il Serd di Quartu che copre i territori di Quartu-Parteolla, il Sarrabus-Gerrei, il Sarcidano Barbagia di Seulo e Trexenta.  “Un territorio vastissimo ai quali il Serd di Quartu, pur con tutte le difficoltà, ha, dal 1993, garantito, senza interruzione di continuità, tutte le prestazioni inerenti il suo mandato aziendale, ovvero la prevenzione, la cura e la riabilitazione di persone affette da dipendenze, non ultimo anche le prestazioni sanitarie presso il domicilio di quei pazienti che, per motivazioni di disabilità accertata, non possono recarsi presso il servizio. Il Serd svolge un servizio di presa in carico sociosanitaria del paziente e dei loro familiari, all’interno di una rete con altre istituzioni ed enti che, a vario titolo, si occupano dei medesimi soggetti; un servizio essenziale per la comunità, che include anche interventi di prevenzione e di informazione presso i vari plessi scolastici”.

In questi ultimi trent’anni il Serd di Quartu ha avuto in carico circa novecento pazienti all’anno e ha operato, senza mai interruzioni, anche durante la pandemia da Covid, garantendo la continuità assistenziale.

“Come USB Sanità abbiamo ampiamente e in diverse circostanze già affermato che un trasferimento del genere porta con sé enormi disagi per i pazienti che dovranno spostarsi dal loro territorio, pazienti, almeno una parte di essi che, verosimilmente, non riusciranno più a recarsi al servizio e si troveranno costretti a terminare il proprio percorso di cure o a non poterlo seguire così come da piano terapeutico. Si vanno quindi ad inficiare i principi di efficacia ed efficienza sanitaria, oltre che il perseguimento dei LEA – prosegue la nota -. A fronte della rilevanza della territorialità, così come prospettata dall’atto aziendale, qui si prospetta invece, pur nell’indipendenza formale dei due servizi, un accorpamento, in pratica, presso un’altra struttura, il Serd di Cagliari in Via dei Valenzani, con esiti problematici legati al maggior numero di accessi di pazienti”.

“L’USB oltre a denunciare tale situazione, si domanda come mai non sono stati accolti i nostri numerosi appelli per il ripristino dei locali e quali atti le diverse amministrazioni in questi anni hanno messo in atto per garantire l’adeguatezza dei locali del Serd o a cercarne altri idonei per gli operatori e i pazienti, tanto da impedire questo vergognoso trasferimento, dei quali non si conoscono i termini attuativi di un eventuale rientro. L’ USB Sanità oltre a richiedere l’apertura immediata di un tavolo di confronto, denuncia con fermezza l’assenza di interlocuzione con gli assistiti, con le associazioni dei pazienti e con le parti sociali. Interlocuzioni necessarie per valutare in modo adeguato la portata di tale trasferimento e individuare soluzioni alternative. Se non dovessero arrivare risposte immediate metteremo in atto tutte le iniziative di mobilitazione compreso un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica”.

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