Negli anni ’20 del Novecento vi dimorò lo scrittore inglese David Herbert Lawrence durante una vacanza a Cagliari in compagnia della moglie. L’hotel scala di ferro, in viale Regina Margherita, torna agli antichi splendori: tra due anni, diventerà il primo Hotel 5 Stelle cagliaritano con 100 stanze affacciato tra viale Regina Margherita e via Torino, in pieno centro. Il progetto prevede anche la realizzazione del ristorante, una sala convegni e una piscina.
L’antico albergo Scala di Ferro, oggi di proprietà della famiglia Mambrini, è oggetto di un importante lavoro di restauro conservativo esterno e interno a opera dello Studio di Architettura Vairano di Torino che presentò il progetto al Comune di Cagliari nel maggio 2021. La gestione della struttura entrerà nel circuito internazionale NH, gruppo che per la prima volta sbarca in Sardegna, portando con sé una consolidata eccellenza nella filiera dell’accoglienza.
“L’intervento si sviluppa in due direzioni – spiega l’architetto Norberto Vairano -: da un lato la ricerca di un’attenta riproposizione delle linee architettoniche, degli apparati decorativi e delle atmosfere che erano propri della fase originale dell’edificio, quando la sua vocazione alberghiera, ristorativa e termale era all’apice; dall’altra desideriamo enfatizzare alcune specifiche funzionali adeguate alla tecnologia odierna, come la ricettività, il comfort, l’importanza dell’acqua e il mantenimento di un livello generale della qualità improntato ai massimi standard gestionali e performativi».
Tutto l’intervento sarà improntato dunque alla conservazione, per quanto possibile, degli elementi originali. Solo nelle zone accertate di degrado irreversibile, saranno possibili interventi di ricostruzione, sottoposti all’approvazione della Sovrintendenza, che dovranno comunque essere rispettosi dei caratteri storici e stilistici del luogo.
Luca Mambrini, managing partner della Sca.Fe srl, società committente esprime parole di ringraziamento per coloro che hanno creduto e che supportano a vario titolo (NH, impresa, progettista, amministrazione civica e Sovrintendenza) l’iniziativa.
Con l’iter burocratico, si aggiunge un tassello in più con l’approvazione in Giunta della delibera, si dà attuazione alla convenzione stipulata tra il Comune e i committenti lo scorso giugno, per gli interventi finalizzati al cambio di destinazione d’uso della struttura (che fino al 2006 è stata sede della Prefettura), e in particolare per l’adeguamento e la gestione dei parcheggi e la cessione e valorizzazione dell’area archeologica destinata alle visite a cura dello Studio Vairano di Torino e dello studio DMC di Cagliari.
Su una superficie di 3300 mq circa, sarà realizzato un parcheggio a uso pubblico su quattro livelli. Nell’accordo con l’amministrazione comunale è previsto che vengano riservati (con possibilità di abbonamento mensile o annuale) gli stalli accessibili dalla via Torino ai residenti del quartiere Marina, prevedendo una priorità per coloro che risiedono in prossimità della via Torino stessa; per i parcheggi accessibili da viale Regina Margherita dovrà essere prevista una tariffazione oraria che favorisca il fast parking (primi 60 minuti gratuiti) e preveda un’unica fascia tariffaria notturna. Sono previsti complessivamente 86 stalli per le auto e 20 per i veicoli a due ruote. Per l’adeguamento e la regolamentazione dell’uso del parcheggio è prevista una spesa di 204.580 euro, mentre per la manutenzione ordinaria e straordinaria stabilita per i prossimi 10 anni, l’investimento è pari a 138.750 euro così da garantire i livelli certificati al momento del collaudo.
Nella convenzione è anche prevista la cessione gratuita del sito archeologico e l’obbligo del suo allestimento, custodia e gestione per 12 mesi in modo da garantirne l’accesso al pubblico. L’intervento progettato dagli studi di Torino e Cagliari per quello che diventerà il MASF/Museo Archeologico Scala di Ferro, prevede un investimento complessivo di 138.200 euro. All’interno dell’area archeologica, individuata e portata alla luce tra il 2000 al 2002 durante i lavori di rifunzionalizzazione dei settori interrati del complesso edilizio, sono soprattutto le complesse stratigrafie a carattere funerario (che vanno dall’età romana repubblicana fino al tardo impero) e difensive (dall’alto medioevo fino al XVI sec.) a offrire i principali spunti di interesse del sito.
La storia dell’Hotel Scala di Ferro
Fino a metà dell’800 il bastione di Nostra Signora di Monserrato (su cui venne costruito l’edificio) fu sede della Guardia Nazionale e utilizzato per le esercitazioni. Nel 1866, in seguito all’eliminazione di Cagliari dall’elenco delle piazzeforti militari, il bastione dismesso venne acquisito dal Comune di Cagliari e poco dopo venduto all’ingegnere biellese Antonio Cerruti.
Nel 1869, l’ingegnere Cerruti decise di impiantarvi un lussuoso stabilimento balneare, costituendo quello che in seguito sarebbe diventato il primo blocco dell’albergo. Tra il 1869 e il 1870 due torrette merlate in stile neogotico furono aggiunte ai lati del complesso che, anche grazie alla facciata decorata da bande alternate bianche e nere, assunse un aspetto da castelletto medioevale, in linea con la stagione dello Stile Neogotico in Sardegna.
Nel 1871 una parte dell’edificio venne trasformata in albergo, con la creazione di ampi ed eleganti appartamenti il cui prospetto, contraddistinto dalla caratteristica merlatura che ancora oggi adorna la facciata, poggiava sul muro di contenimento della fortificazione. La funzione ricettiva venne però temporaneamente accantonata e i locali destinati prima ad un convitto e poi alle Regie Poste. In questi anni venne anche fatto erigere un corpo centrale rivolto verso il cortile interno.
Nel 1889 la vedova del ristoratore Luigi Caldanzano si accordò con la famiglia Cerruti per trasferire nel Castello Turrito (attuale Scala di Ferro) il proprio albergo ristorante “La Scala di Ferro”, occupando una porzione del piano terra, la quasi totalità dei piani superiori e le due torrette. Nel 1894, in seguito al pignoramento dell’immobile, la struttura venne comprata all’asta dall’esattore comunale Giuseppe Setti, che continuò a gestire l’albergo e lo stabilimento balneare. Setti dà l’avvio ad un rinnovo radicale del complesso, tra cui si annovera la realizzazione della balconata e l’apertura di un secondo ingresso sull’attuale viale Regina Margherita. Tra il 1926 e il 1927 venne costruita una nuova ala verso nord, partendo dall’ingresso di viale Regina. Il cortile interno di accesso ai bagni termali venne trasformato in giardino, incorniciato da una struttura neogotica e una fontana centrale.
Nel 1961 i fratelli Setti vendono l’intero complesso alla compagnia Jolly Hotels, che poco dopo chiude la struttura. Da questo momento la Scala di Ferro viene del tutto abbandonata, decretando il progressivo degrado della struttura. Nel 2000, la società Mambrini, nuova proprietaria della struttura, dà inizio ai lavori di recupero, in vista della locazione degli immobili alla Prefettura e al Convitto Nazionale.
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