Red Valley Festival, Waterworld, Blanco a Cagliari. La mano c’è e si vede, ed è quella della Magma Events. Un progetto nato nel 2021 e che si occupa di tre settori: eventi autoprodotti, eventi per pubbliche amministrazioni e gestione delle location per conto dei grandi promoter d’Italia.
A capo c’è Luca Usai, da diverso tempo impegnato nella cultura musicale italiana. Una figura in grado di concretizzare i sogni di tantissimi sardi e non sardi che vogliono divertirsi, ballare, e farlo nel miglior modo possibile.
Ai nostri microfoni ha raccontato cosa voglia dire organizzare manifestazioni musicali nell’isola, radunando migliaia di giovani e portando la Sardegna verso la modernità degli eventi dal vivo.
Quando inizi a lavorare in questo settore?
Vengo da un settore completamente diverso, mi sono laureato prima a Milano e poi a Cagliari, con dottorato in controllo di gestione hotel. Sono sempre stato appassionato di musica, il mio primo ruolo è stato quello di cassiere. Piano piano mi sono approcciato al lato artistico, portando sempre avanti il percorso di studi e miscelandolo al mondo dei concerti.
A che punto è il mondo della musica oggi, dopo due anni di pandemia?
Molte aziende non sono state in grado di resistere. Questo settore si compone di tantissime persone che si sono perse. È molto difficile riqualificare quelle posizioni dove si richiedono figure altamente qualificate e professionalizzate. Sotto il lato dell’utenza, questo settore riviste un grossissimo ruolo. Molti show sono andati sold out, nonostante ci fosse una sovraesposizione di spettacoli tanto in Sardegna quanto in Italia. Si spera possa continuare così, c’è molta domanda.
Si dice, forse in maniera un po’ provinciale, che la Sardegna non sia aperta agli eventi internazionali. È davvero così?
Secondo me non è vero. Il pubblico della Sardegna è integrato tantissimo nel periodo estivo ad un pubblico nazionale o estero. Gli errori sono diversi, tutti li abbiamo commessi ed io mi sono ripromesso di non ripeterli più. Credo sia dovuto alla tipologia di promozione. Al percorso di comunicazione che si attua verso le persone sulla grandezza e l’importanza di un evento internazionale, anche con artisti sconosciuti. Questo succede. Credo però che tutto il comparto stia lavorando per migliorare questa situazione. È anche vero che un evento internazionale è un grande stimolo per quello che è il flusso turistico sardo.
Ad Olbia il successo è stato notevole. Ci sono altre zone della Sardegna dove si può investire?
Del lavoro può essere fatto potenzialmente ovunque. Proseguiremo con Olbia ma punteremo soprattutto Cagliari, che come bacino d’utenza può dare tanto. Sarebbe bellissimo fare 3/4 concerti sparsi in tutta la Sardegna, ma ci scontriamo anche coi costi della logistica. È difficile fare artisti internazionali in Sardegna perché se produci un concerto qui, rispetto a Milano o Roma hai X in più. E pesa veramente tanto. Spesso non viene neanche coperto da un ente che si occupa di turismo. Ad esempio il Red Valley ha avuto un patrocinio regionale quest’anno, ma in passato non ha avuto supporto.
Col 2023 in arrivo, cosa si prevede?
Stiamo lavorando su diversi progetti che riguarderanno tutta la Sardegna. Col Red Valley, l’obiettivo è quello di confermare i risultati di quest’anno ancora con una importante line up che veda sul palco artisti nazionali e internazionali. Vogliamo mantenere lo status di festival boutique europeo, a cui partecipano fino a 25 mila persone a sera. Con la fortuna di andare sold out, con una produzione di livello alto.
Un rimpianto e un ricordo piacevole guardandoti indietro?
Alle volte quando fai questa tipologia di mestiere devi avere la pazienza di far correre diverse cose. Un rimpianto può esser non aver fatto delle cose come avresti voluto realizzarle. Magari sono andate bene. Ma se hai un approccio attento, vorresti starci sempre più attento. Ecco, non aver dato seguito al Waterworld può essere un rimpianto. Tengo invece il risultato ottenuto a livello di squadra col Red Valley, sono contento del lavoro fatto con un team giovanissimo. Il risultato non era scontato, né a livello di presenze e né a livello di organizzazione.
Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it