“Un uomo scortato dallo Stato a causa delle sue parole oggi sarà portato davanti a un giudice dal capo di Governo di quello Stato a causa delle sue parole. Ditemi voi in quale altra democrazia lo avete visto succedere”. Sono le parole con cui la scrittrice Michela Murgia ha accompagnato una lunga story su Instagram in cui questa mattina ha confermato la sua partecipazione al processo che vede imputato il collega Roberto Saviano, citato per il reato di diffamazione contro la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.
“Saviano va a processo per avere espresso una forte critica politica – spiega la Murgia che oggi ha presenziato al processo insieme a numerose altre scrittrici e scrittori – è un delicato momento per la libertà di parola”. Se in precedenza chi ha assunto delle importanti cariche ha sempre rimesso querele di questo tipo per evitare una sproporzione tra le forze in campo processuale, questa volta la Meloni non lo ha fatto. “E’ la prima volta la seconda carica più alta delle istituzioni trascina in tribunale un intellettuale per questioni di opinione – ha detto Murgia – sono sempre ritirate per evitare una sproporzione di forze tra querelato e querelante. La Meloni sta usando contro Saviano il peso di tutti i poteri dello Stato. E’ un precedente gravissimo che minaccia la libertà di dissenso di tutti i cittadini non solo di chi scrive. Da qui l’appello: ritiri la querela e non subordini la pronuncia a qualche tipo di scuse”.
Lo scrittore campano era stato denunciato dalla leader di Fratelli d’Italia per aver utilizzato durante un intervento in diretta televisiva su Raitre nel 2020 l’epiteto “bast**di” in riferimento alla volontà della Meloni e del leader della Lega Matteo Salvini in merito alla loro chiudere i porti per impedire i flussi migratori.
Questo il commento incriminato fu: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”.
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