L’associazione Lav di Cagliari chiede a gran voce di poter collaborare con le istituzioni per trovare una soluzione a quella che è stata definita una “mattanza” di oltre 200 volatili di Monte Urpinu, abbattuti perché risultati positivi all’aviaria.

“Dopo avere inviato all’Asl cagliaritana una richiesta formale di sospensione delle attività di abbattimento, al momento rimasta senza risposta, chiediamo alle istituzioni di poter collaborare con lo scopo di salvare la vita agli animali e restituire quanto prima il parco ai cittadini – dichiara Roberto Corona, responsabile della sede Lav di Cagliari – attendiamo quindi da ASL e Comune loro indicazioni su quali potrebbero essere le necessità di strumenti o attrezzature per poter mettere in quarantena gli animali tuttora vivi, in modo da escludere ogni possibile contagio così da poterne prevedere la rimessa in libertà nel più breve tempo possibile”. Il riferimento è a un episodio analogo accaduto a gennaio scorso nel parco Chico Mendes a Campi di Bisenzio, in provincia di Firenze, che è rimasto chiuso per trenta giorni per evitare di propagare il contagio.

La questione del parco di Monte Urpinu è entrata anche nell’aula del Consiglio comunale di Cagliari, dove alcuni consiglieri hanno chiesto al sindaco Truzzu di porre in atto ogni possibile azione che possa mettere in sicurezza gli ultimi animali ancora in vita.

“Ci appelliamo al sindaco Truzzu perché intervenga presso le autorità competenti al fine di trovare una soluzione alternativa – conclude Corona – siamo certi che anche lui ritenga che uccidere degli animali sani, quando esistono possibili alternative, non può essere considerata una soluzione”.

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