La movimentazione dei capi vivi sensibili alla lingua blu intra ed extraregionale è consentita esclusivamente previo esito negativo degli esami della reazione a catena della polimerasi (Pcr) per sierotipo 3. Sono le nuovi disposizioni firmate questa mattina dal direttore del Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Antonio Montisci che avranno decorrenza immediata fino al 13 novembre. Un’altra pesante mazzata in particolare in questo caso per il settore bovino, serbatoio del virus, e soprattutto per quello da carne che conta oltre 200mila capi ed esporta gran parte dei vitelli da ingrasso oltre i confini sardi.
È la conseguenza della ennesima esplosione dal 2000 a questa parte del virus della lingua blu che quest’anno si sta materializzando anche con una variante, quella del sierotipo 3, per la quale non c’è ancora il vaccino. Secondo l’ultimo aggiornamento i focolai attivi sono 21 che coinvolgono in totale 7.595 capi, con 167 casi, 160 dei quali con sintomi clinici e 57 morti. I focolai sospetti sono invece 54 con 13.397 capi, 529 casi, 518 con sintomi clinici e 86 morti. I focolai estinti sono invece 33 con 9.208 capi coinvolti, 176 casi, 14 dei quali con sintomi clinici e 11 morti. Per un totale 108 focolai, 30.200 capi, 872 casi, 692 con sintomi clinici e 154 morti. La parte della Sardegna più colpita è quella sud occidentale.
Oltre agli ovini adesso a pagare le conseguenze di questa nuova ondata sono anche gli allevamenti bovini. Anche loro, che vengono movimentati per via dell’organizzazione aziendale, prima di uscire dall’azienda, in tutto il territorio regionale, dovranno essere sottoposti alla Pcr e contestualmente anche alla somministrazione di un insetto-repellente. In caso di positività anche di un solo capo la movimentazione sarà bloccata.
“Una nuova mazzata per la zootecnia sarda: occorrerà assistere maggiormente il bestiame integrando anche il mangime. E questo vale sia per gli animali colpiti dalla lingua blu sia per quelli che ne subiscono le conseguenze indirettamente per via del blocco previa Pcr della movimentazione – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. E questo avviene con i prezzi del mangime raddoppiato così come tutti gli altri costi. La stessa Pcr peserà sui bilanci aziendali in quanto costa 25 euro che sicuramente andranno anticipati, anche se ci batteremo affinchè la Regione, come in passato, intervenga per abbatterne i costi. Allo stesso tempo è necessario liquidare gli indennizzi per le perdite dello scorso anno. Non c’è tempo da perdere, è sintomatico di un sistema che non funziona questo, dove si hanno nuove perdite per la lingua blu senza ancora aver ricevuto gli indennizzi che devono alleviare quello dell’anno prima”.
Contemporaneamente Coldiretti Sardegna attraverso il direttore Luca Saba chiede “l’istituzione immediata di un tavolo tecnico in cui si condividano tutti i dati, si faccia chiarezza e si comunichino le strategie che si stanno adottando per bloccare l’emergenza e allo stesso tempo anche per sconfiggere o comunque per mettere sotto controllo la lingua blu che sta mietendo vittime da 21 anni. Anni in cui abbiamo perso 800mila capi e sono stati investiti per gli indennizzi oltre 166milioni, oltre alle sostanziose perdite indirette con mancati redditi dovuti alle conseguenze di questo virus e ai numerosi blocchi della movimentazione”.
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