Torna l’incubo della lingua blu in Sardegna. Sono 12mila i capi già coinvolti, 11 i morti, 7 i focolai attivi, 28 i sospetti e 32 gli estinti con i dati purtroppo in continuo aggiornamento.
I focolai attivi si trovano nel basso Oristanese e in Ogliastra. I sospetti sono soprattutto nel Sulcis mentre molti di quelli già estinti si trovavano nel centro-nord Sardegna ed in particolare nella parte occidentale. Lo denuncia Coldiretti Sardegna.
“Non c’è tempo da perdere. È fondamentale attivarsi immediatamente con un piano di emergenza che limiti al minimo la diffusione della lingua blu e i suoi effetti nefasti che purtroppo conosciamo bene evitando la definitiva mazzata per un comparto afflitto dal caro prezzi e dalla pesante crisi economica che stiamo vivendo – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Oltre ai pastori il virus colpisce anche gli allevatori di bovini. C’è un rallentamento del mercato, costi elevati e rischio di tenere in stalla animali che vanno fuori mercato”.
In oltre vent’anni sono morte, secondo le elaborazioni di Coldiretti Sardegna, 800mila pecore e sono stati stanziati per gli indennizzi oltre 166milioni di euro. “Un salasso per le casse pubbliche e un forte handicap per gli allevatori che hanno perso in 20 anni circa il 30 per cento del patrimonio ovino oltre alle ingenti perdite indirette dovute alle mancate produzioni per aborti e postumi della malattia”.
Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it