Dopo l’intervento di Mario Carai, tra gli allevatori che questa mattina hanno organizzato la manifestazione in via Roma, di fronte al Consiglio regionale, sale sul palco anche Fabio Pisu: “Siamo qua perché la situazione sta diventando insostenibile”, dice per prima cosa di fronte a un migliaio di pastori da tutta la Sardegna.
“C’era questa grande opportunità, che era la Politica Agricola Comune, ma purtroppo ci sta sfuggendo di mano”, dice Pisu. “I pagamenti diretti, come sapete tutti, sono stati dimezzati e hanno creato degli Ecoschemi, volontari di adesione, per recuperare ciò che si perdeva nei parametri diretti”, spiega l’allevatore sardo. “Sapete già che l’ovicaprino da questo programma è stato escluso, e ciò vuol dire che è stata esclusa la Sardegna perché rappresentiamo il 50% del patrimonio nazionale”, continua Pisu. E aggiunge: “L’Europa aveva chiesto di far progredire le regioni che si trovano in una situazione di svantaggio come la nostra, e invece l’Italia ha chiuso gli occhi e ha continuato a dare il foraggio a quelle regioni che avevano già tanto”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: “Il valore della Sardegna rimarrà tra i più bassi d’Italia insieme ad altre quindici regioni, a vantaggio delle solite sei regioni del Nord”.
“Vi faccio l’esempio del PSR [Programma di Sviluppo Rurale, ndr.]: dobbiamo tutti ‘ringraziare’ la nostra assessora all’Agricoltura [Gabriella Murgia, ndr.] perché ha chiesto di cambiare i criteri storici, quelli che da sempre ci avevano fatto ottenere dei buoni risultati, e ora risultiamo penalizzati di circa 115 milioni in meno”. “Io non so cosa ne uscirà fuori, per questo è arrivato il momento di dire: basta”. “Il nostro settore ha un indotto di 100mila persone, tra diretto e indiretto, e chi chiude gli occhi su questo, chiude gli occhi sulla Sardegna”.
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