“Nei tre anni e mezzo di assessorato ho toccato con mano la disperazione delle persone, acuita dalla pandemia Covid-19. Il reddito di cittadinanza ha costituito una sorta di argine fondamentale al dilagare della povertà nel nostro Paese. Nonostante ciò, allora come ora, il dibattito politico intorno a questo strumento di aiuto alle famiglie continua ad essere acceso”. Così inizia un lungo post di Tiziana Mori, giurista, dirigente di Terzo settore, già assessore alle Politiche sociali al Comune di Monserrato.
A lei si deve, sotto il periodo del Commissariamento del Plus 21, privo di capofila l’idea della suddivisione dei servizi per agevolare i Comuni nell’erogare gli stessi.
“È indubbio che l’inclusione dei beneficiari dal lato lavorativo mostra ancora vistose carenze – prosegue Mori -, anche perché servono maggiori risorse economiche per le procedure tipo, il pagamento INAIL per il percettore del reddito, che non consentono ai Plus di avere risorse a sufficienza per i PUC”.
“Ma non solo. Sfugge ai più – continua Mori – che la povertà è complessa, e non si riduce alla semplice mancanza di lavoro. La probabile riforma del RdC significa, sulla base di studi e dati accurati Inps e provenienti dai Comuni, che è fondamentale rafforzare tale strumento”.
“Questa è una sfida che a livello regionale può portare avanti finalmente l’Osservatorio sulla povertà (L. R. 23/2005, art.34) – continua Mori – purché allarghi la composizione dei membri anche a chi ha esperienza sul campo nel Terzo settore, per lanciare proposte operative anche ai rappresentanti sardi di tutte le forze politiche, che sono operative a Roma”.
“Noi del Terzo Settore siamo pronti a dare il nostro contributo”, conclude.
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