È molto conosciuto a Cagliari. Lo si vede spesso camminare per le vie del centro storico, con la sua aria sempre timida e riservata. Ma lo sguardo risoluto. I social network, poi, li utilizza quasi esclusivamente per valorizzare le idee e il lavoro degli altri, mai per esibire sé stesso. Insomma, è sicuramente una mosca bianca in un mondo superficiale in cui la maggior parte delle persone cerca di vendere la sua misera mercanzia spacciandola per oro zecchino.
Eppure in pochi conoscono il vero valore dell’avvocato Aldo Pintor e la sua propensione a spendersi per gli altri. Nel silenzio e nel “nascondimento”, direbbero le scritture.
Ma ci ha pensato Sandro Mascia, noto ristoratore della Marina nonché scrittore, a raccontare quello che il riservato legale cagliaritano mai si sarebbe sognato di raccontare. Perché la mano destra, sempre rimanendo in ambito biblico, non deve sapere cosa fa la mano sinistra.
“Volevo parlare oggi del prezioso e umile lavoro, in silenzio e senza riflettori che fa l’avvocato Aldo Pintor sugli indigenti e sugli stranieri del quartiere bisognosi – ha scritto ieri Mascia su FB -. Organizza delle gite coi ragazzi stranieri e li porta a sue spese a conoscere angoli della Sardegna a ragazzi stranieri che non potrebbero permettersi. Dà consigli legali a poveri, o stranieri in difficoltà, senza chiedere un euro. Organizza pizzate a sue spese per molti ragazzi”.
“Ieri – prosegue Mascia – mi ha raccontato una bella storia andata a buon fine successa in piazza del Carmine. Passava da lì e in una panchina c’era un signore straniero che piangeva. Al suo fianco suo figlio denutrito. Si è seduto con loro come un vecchio amico e si è fatto raccontare la loro storia. Si trattava di un padre che era scappato dal suo paese per persecuzione politica. Un viaggio dal loro paese durato anni. Il figlio era denutrito, non mangiava da giorni e aveva delle piaghe sulla pelle. Praticamente erano soli e il mondo gli girava intorno.
Nessuno li calcolava sino all’arrivo di Aldo Pintor. Non si è perso d’animo. Li ha rifocillati in un bar, il bambino tremava dalla fame, e grazie alla Caritas di Don Marco Lai ha trovato una stanza e una mensa per questi due viandanti. Senza di lui non si sa come sarebbe andata a finire.
Grazie a Aldo Pintor per il tuo impegno quotidiano ad aiutare queste persone, non esiste solo la carriera e il denaro ma anche tanta umanità. Grazie Aldo per esistere. Lo so Aldo che non vuoi apparire in pubblico, e fai queste cose in silenzio Ma non ho saputo resistere a scrivere questa bella storia. Ciao”.
Tanti i commenti sotto il post. Alcuni esortano la sinistra a prendere esempio da persone così. Tra le reazioni anche quella dell’avvocato cagliaritano che, non smentendosi, si schernisce ancora una volta e divide i meriti della storia andata a buon fine.
“Grazie a tutti – scrive -. Fa piacere vedere il sorriso dove prima si è vista la disperazione. Ma devo dire che il risultato si è ottenuto perché abbiamo fatto squadra. Il centro di quartiere la Bottega dei sogni con Enrica Porcu e Anna Puddu don Marco Lai e Alessandro Cao della Caritas. Ognuno ha fatto la sua parte”.
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