La notizia è arrivata nella serata di ieri, attorno alle 19,30, direttamente dalla Bbc: la regina Elisabetta II, sovrana del Regno Unito dal 1952, è morta all’età di 96 anni. Si trovava già da tempo in condizioni precarie nella tenuta di Balmoral, in Scozia, dov’era solita trascorrere intere giornate con i suoi familiari e il suo compagno di vita, il principe Filippo.

Già attorno alle 13,30 i medici avevano detto di essere “preoccupati” per la sorte della regina. Poi l’annuncio ufficiale. Attorno a lei i suoi quattro figli e familiari più stretti: primo fra tutti il primogenito ed erede al trono Carlo, che a 73 diventa re con la seconda moglie Camilla al fianco elevata a regina consorte.

Nel frattempo, a Londra, di fronte a Backingham Palace, si è radunata in serata una folla oceanica di sostenitori, ammiratori o semplicemente conoscitori della sovrana britannica che proprio quest’anno ha celebrato il Giubileo di Platino per i suoi 70 anni di regno.

L’ultima apparizione martedì scorso, quando, fragilissima ma in piedi e con un sorriso sereno, presiedeva il passaggio di consegne fra Boris Johnson e Liz Truss, quattordicesimo e quindicesima premier del suo lunghissimo regno, iniziato a soli 26 anni sotto il segno di Winston Churchill a Downing Street.

Durante la sua reggenza, infatti, ha visto avvicendarsi 7 Papi, 14 presidenti degli Stati Uniti e 15 primi ministri britannici. Sempre in contatto diretto con la Storia, la regina Elisabetta II seppe coniugare tradizione e modernità, a passi lenti, certamente, ma con una capacità innata di trovare il compromesso più adeguato per il Commonwealth. Non per nulla, infatti, la sovrana inglese riuscì a mantenere alta la sua popolarità durante tutti questi lunghi anni. Unica eccezione: la morte di Lady Diana, quando il consenso nei suoi confronti crollò a picco.

Non mancarono poi altri scandali attorno alla famiglia reale, dati in pasto ai lettori in prima pagina sui principali tabloid britannici: tra i più eclatanti, quello del suo figlio prediletto Andrea, accusato di molestie sessuali, e l’addio del principe Harry ai “doveri familiari” insieme alla consorte Meghan Markle, seguito da pesanti accuse alla stretta cerchia reale nel seguitissimo programma tv statunitense di Oprah Winfrey. Anche in questi ultimi casi, però, la regina Elisabetta II seppe tenere uniti i suoi sudditi alla corona, a quel simbolo che ancora oggi regge un’intera nazione.

Una storia che affascina e incuriosisce i più, tanto che la serie Netflix “The Crown” – in attesa della quinta e ultima stagione – è stata tra le più viste degli ultimi anni con attori d’eccezioni come Olivia Colman, Helena Bonham Carter e John Lithgow.

Tanti i messaggi di addio, e profonda ammirazione, da tutte le parti del mondo. Un mondo che la sovrana girò in lungo e in largo. E nel bel mezzo dei suoi viaggi, trovò spazio anche per la Sardegna. Era il 29 aprile 1961 quando la regina Elisabetta II sbarcò a Cagliari per incontrare la Regina Madre.

Come racconta un cinegiornale dell’Istituto Luce, Elisabetta Browes-Lyon si trovava infatti nel capoluogo sardo per l’ultima tappa del suo viaggio in crociera. Da Cagliari invece iniziarono le vacanze della figlia, Elisabetta II, che dopo una sfilata ufficiale in via Roma, si trasferì a Barumini dove visitò anche Su Nuraxi.

Durante la sua visita nel capoluogo sardo, la sovrana di Windsor incontrò le più alte cariche politiche e militari della Sardegna e fu accolta dall’ambasciatore d’Inghilterra al Quirinale Sir Ashley Clarke.

Ora è tutto pronto per la salita al trono di re Carlo III, sebbene da qualche tempo si era vociferato sul fatto che la regina avrebbe abdicato in favore del nipote William. Invece il primogenito, come da tradizione, regnerà insieme alla consorte, Camilla.

Il funerale solenne si terrà nell’Abbazia di Westminster il prossimo 17 settembre.

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