“La Regione ha la soluzione che consentirebbe ai balneari sardi di lavorare 12 mesi all’anno, ma non la attua”. Lo afferma la consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, che sul tema delle concessioni balneari ha presentato una interpellanza alla Giunta regionale.

“Attraverso il Pul, il Piano per l’utilizzo dei litorali, i Comuni disciplinano l’utilizzazione delle aree demaniali marittime con finalità turistico-ricreative e regolamentano l’organizzazione del territorio immediatamente contiguo ai litorali, compresa l’accessibilità viaria e pedonale delle aree nel loro complesso e delle singole spiagge”, spiega la consigliera, componente della Commissione Governo del Territorio del Consiglio regionale.

“Occorre che la Regione proceda con la classificazione dei litorali urbani e metropolitani, individuandoli anche cartograficamente, tenuto conto – prosegue Carla Cuccu – del fatto che siano inseriti o contigui a grandi centri abitati, caratterizzati da un’alta frequentazione dell’utenza durante tutto l’anno e da interventi edilizi e infrastrutturali tali da aver profondamente alterato gli originari caratteri di naturalità. Questo ad oggi non è avvenuto, e solo pochi litorali sono stati classificati come urbani o metropolitani rispetto al più ampio numero degli stessi presenti nella nostra regione”.

Al presidente della Giunta e all’assessore regionale dell’Urbanistica, la consigliera di Idea Sardegna chiede “perché non si sia ancora provveduto a classificare i litorali della Sardegna in aree urbane o metropolitane e quando intendano provvedere alla classificazione che consentirebbe ai concessionari di lavorare 12 mesi all’anno in un periodo storico, come l’attuale, caratterizzato da una crisi economica senza eguali e che potrebbe, inoltre, mettere gli operatori del settore nelle condizioni di attivare una serie di servizi ulteriori utili per le rispettive comunità”.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it