50 anni e non sentirli affatto. È stato un compleanno speciale quello vissuto dalla Tennistavolo Marcozzi venerdì 2 settembre al Palatennistavolo di Mulinu Becciu, a Cagliari. Davanti ad una buona platea, protagonisti di ieri e di oggi della società cagliaritana hanno ricordato momenti di sport e i successi vissuti.
Ai nostri microfoni, il presidente Raffaele Curcio ha raccontato quanto la società Marcozzi sia stata e sia ancora oggi molto importante per tanti appassionati di tennistavolo.
La sua emozione da presidente nel festeggiare questo compleanno così bello
Effettivamente ci siamo fermati qualche tempo fa a dire “accidenti, guarda che tra poco facciamo cinquant’anni”. Ci sembrava giusto celebrarci: non noi come società, ma proprio tutti quelli che hanno gravitato nel nostro ambiente. Dai grandi giocatori, gli allenatori, i dirigenti, poi tutti i nostri bambini. Abbiamo ripercorso la storia con tutti quelli che hanno dato il loro mattoncino per raggiungere questo traguardo in un ambiente particolare. Il Tennistavolo chiaramente non è uno sport super conosciuto, ma siamo riusciti a fare qualcosa per cui quando dici Marcozzi tutti capiscono di cosa stai parlando, almeno qui a Cagliari.
Raccontiamola invece per chi non è di Cagliari, che cosa è stata e che cos’è la Marcozzi
Allora intanto la Marcozzi, come tutti gli sport del nostro ambiente, quindi, parlo del Tennistavolo e piccoli sport, nasce negli oratori. Ho detto al plurale perché noi dirigenti siamo arrivati a metterci insieme provenendo da ambienti diversi qui a Cagliari: stiamo parlando del quartiere di Is Mirrionis, di Sant’Eusebio (dove nasce proprio il nome Marcozzi) e del quartiere di San Lucifero. Partendo dagli oratori e dai sottoscala si è arrivati ai risultati che abbiamo raggiunto. Come la costruzione di un palazzetto esclusivamente riservato alla pratica del Tennistavolo che è arrivato dopo i primi due scudetti, del ’90 e del ’92. Il palazzetto ci ha permesso di avere degli spazi e ci ha dato modo di rivolgerci alle scuole per reclutare i bambini e i ragazzi per farli giocare e divertire e anche farli diventare bravi. Ci sono gli spazi per gli amatori che vengono a divertirsi, a giocare, a passare il tempo. Abbiamo gli spazi per fare i campionati italiani e per fare le coppe. Siamo diventati bravi a fare tutto con quel poco che avevamo e abbiamo.
Quanti iscritti avete e soprattutto può raccontare anche in breve la Marcozzi campione d’Italia?
Sono un centinaio quelli che gravitano, dai bambini ai giocatori professionisti fino agli amatori, in questo palazzetto. Gli scudetti nascono da una scommessa: eravamo bravi, avevamo un giocatore cagliaritano Walter De Giorgi che è stato un po’ il nostro simbolo in quegli anni (stiamo parlando degli anni ’90) e c’era la possibilità di importare i giocatori cinesi a prezzi molto bassi. Quindi, il binomio tra Yang Min e De Giorgi con l’ingaggio di Massimo Costantini (che era tra i big italiani) ci ha permesso di mettere su una squadra che ha vinto lo scudetto del 1990, ha perso la finale del ‘91 e poi rivinto lo scudetto sempre con la stessa squadra nel ‘92. Poi sono arrivati gli scudetti del 2000 e 2001 con l’arrivo di Mondello, c’era ancora Costantini e con Sergej Ilyukhyn. Da sottolineare che il condottiero in panchina è sempre stato per più di vent’anni Fabio Ferrero.
A chi bisogna dire grazie per questi cinquant’anni?
Sarebbe un elenco lungo perché tanti hanno dato un mattoncino. Di sicuro, i nomi che sono fondamentali sono quelli che dalla Fondazione fino agli anni 2000 hanno permesso di mandare un abbrivio: sono quelli di Mario Gabba, di Fabio Ferrero che oltre a essere l’allenatore era anche uno dei fondatori della società, il signor Mariano Cavagnino che era il primo presidente di Sant’Eusebio, Carlo Diana il presidente degli scudetti. Questo è proprio il gruppo fondamentale.
(Foto credit: pagina FB Marcozzi)
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