“Le ragazze di Olbia hanno fatto rispettare la legge. Quel 6×3 doveva già essere coperto o rimosso dal Comune. In campagna elettorale non si possono fare affissioni fuori dagli spazi elettorali”. A dirlo è Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e candidato di Unione Popolare con de Magistris. Il riferimento è alla manifestazione di venerdì 26 agosto organizzata dal collettivo Pride Infogau, durante cui alcune attiviste hanno strappato i cartelloni elettorali di Fratelli d’Italia e, una volta buttati per terra, hanno preso a calpestarli.

Non tutti hanno apprezzato la reazione delle giovani, che ha diviso la comunità olbiese. Dopo qualche giorno poi è arrivata anche la condanna del partito di Giorgia Meloni che ha definito “un esempio di inciviltà” quanto successo durante la manifestazione.

“Le immagini delle ragazze del Pride – prosegue Acerbo – riempiono il cuore di gioia. In questo paese non avrà vita facile la sua demagogia razzista e reazionaria. Enrico Letta porta la responsabilità di aver stretto un patto con Meloni per mantenere una legge elettorale che la favorisce”.

“Le ragazze di Olbia – aggiunge il segretario nazionale di Rifondazione Comunista – hanno compiuto un atto semplice autodifesa da parte di una comunità che normalmente viene insultata e minacciata da Fratelli d’Italia. Basti pensare alla morte di Cloe e alle parole dell’assessore regionale veneta del partito di Meloni”.

“Giorgia Meloni da anni fa propaganda di incitamento all’odio razziale, alla xenofobia, alla discriminazione e vilipendio dei diritti e delle persone Lgbtq+ che non possono che suscitare reazioni di questo genere nelle nuove generazioni. Invece di risentirsi – conclude Acerbo – Meloni e il suo partito dovrebbero riflettere sui loro messaggi che offendono le coscienze di nuove generazioni che non hanno intenzione di abbassare la testa”.

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