Un visionario. Così vogliono ricordare in molti Michael Gorbaciov, scomparso nella giornata di ieri all’età di 91 anni a causa di una grave e prolungata malattia.
L’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991. Un anno, quest’ultimo, di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali che portarono alla formazione della Russia e alla riunificazione della Germania: un nuovo mondo, moderno e liberale, finalmente in pace.
Dal suo primo giorno di governo, Gorbaciov fu un forte propugnatore dei processi di riforma legati alla “perestrojka” (“ricostruzione”) e alla “glasnost” (“trasparenza”), nonché artefice della fine della Guerra fredda. Non è un caso, infatti, che nel 1990 ottenne il Premio Nobel per la Pace.
Nel maggio 1998 Gorbaciov fu invitato a Cagliari a presiedere a una Tavola rotonda sul tema “Il processo di globalizzazione ed il futuro degli Stati nazionali”, un seminario di studi organizzato dalla Fondazione Gorbaciov, dal Club di Budapest e dalla Fondazione Grauso. Ai lavori – copresieduti dai Ervin Lazlo e Nicola Grauso – presero parte esponenti delle Nazioni Unite, politologi, professori universitari, intellettuali di tutto il mondo.
E proprio l’imprenditore cagliaritano Nicola Grauso, visionario come lui, riuscì a tessere un forte legame d’amicizia con il presidente russo. “Ho avuto la fortuna e il privilegio di non avere con Lui rapporti istituzionali – racconta – ma in più circostanze una frequentazione privata”. “Ho potuto vivere la sua quotidianità e conoscerlo a fondo – continua Grauso -, come si può conoscere una persona con la quale si vive a stretto e informale contatto”.
“La sorte mi ha regalato la possibilità di ascoltare dalla sua voce i racconti della Storia. Semplicità e grandezza sono le parole che mi ha sempre evocato la sua figura”, aggiunge l’imprenditore cagliaritano. “Mi stupisce, però, che oggi venga ricordato dai media così velocemente. Questa mattina ho acceso la tv e ho visto giusto un paio di servizi che ne davano la notizia senza approfondire la storia di un uomo che è stato un grande politico, un rivoluzionario”.
Eppure, c’è chi oggi stappa lo spumante sui social: “Era dal 1991 che aspettavo questo momento”, scrive il segretario generale del Partito Comunista Marco Rizzo sulla sua pagina Twitter. “Non me l’aspettavo – commenta infine Grauso – da una persona che reputo intelligente”.
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