Tribunale di Cagliari (Archivio Cagliaripad)

L’operaio di 42 anni, arrestato sabato scorso con l’accusa di tentata violenza sessuale su una minorenne adescata su Instagram, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Questa l’avvocata Donata Concas ha chiesto i domiciliari con il divieto di comunicare con l’esterno, ma la gip Lucia Perra ha respinto la richiesta.

L’uomo resterà in carcere. Alla sua legale, come riportato da L’Unione Sarda, avrebbe detto: “Non sono un mostro”.

Il fatto è stato ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile di Cagliari, non appena ricevuta la denuncia da parte della giovane di 12 anni. È stata proprio lei, infatti, ad essersi confidata coi genitori dopo aver ricevuto delle proposte indecenti via chat. Da lì si è messa in moto la macchina investigativa: una poliziotta si è finta la ragazzina, proseguendo la conversazione con il 42enne, che ha richiesto esplicitamente di avere un incontro sessuale a pagamento: 50 euro in cambio di una prestazione. L’agente ha tenuto i contatti con l’uomo per ben nove giorni, senza mai provocarlo o incoraggiarlo nella sua attività. Nonostante ciò, lui ha continuato fissando due appuntamenti, ai quali però non si è presentato per impegni imprevisti.

Sabato scorso si è fatto trovare, come promesso, al parco di Monte Urpinu, con in mano un pupazzetto. Dopo essersi avvicinato alla panchina, ha subito abbracciato quella che pensava fosse la sua prossima vittima. Ma in realtà ha incontrato l’agente della Mobile, che insieme ai colleghi nascosti dietro al cespuglio, lo hanno bloccato e ammanettato. L’uomo ha detto subito: “Non ho fatto niente”.

I poliziotti hanno sequestrato il suo cellulare e il pc, che ora verrà analizzato dalla Scientifica. Non sarebbe l’unica volta, infatti, che l’uomo tenga questo genere di conversazioni con una minorenne.

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