Il 29 agosto, in coincidenza con il finissage della mostra Nivola & New York. Dallo Showroom Olivetti alla “Città Incredibile”, al Museo Nivola di Orani si parlerà di politiche per la casa, di rigenerazione urbana e del ruolo che in questi processi può svolgere l’arte. Lo si farà a partire dall’esempio di Nivola, che a metà del Novecento è stato uno dei protagonisti in questo campo, con decine di progetti di arte pubblica messi in atto a New York.
Nel 2021 la vicenda dei “cavallini” di Nivola della Stephen Wise Area di Manhattan ha occupato per diversi giorni i media locali e nazionali: l’improvvisa scomparsa delle sculture, che nell’ambito di un progetto di ristrutturazione dell’area erano state rimosse dal parco giochi per cui nel 1964 Nivola le aveva create, destò scalpore in Italia e negli Stati Uniti, a seguito di un post lanciato dal Museo Nivola che ottenne oltre 300.000 visualizzazioni.
A partire dall’episodio dei “cavallini”, la Fondazione Nivola ha sviluppato con la PACT Renaissance Collaborative (PRC), l’organizzazione newyorkese impegnata nei lavori di rinnovamento della Stephen Wise, una costruttiva discussione che ha portato al restauro dei cavallini e a una sistemazione dell’area rispettosa del progetto di Nivola. Incaricata dal comune di New York del rinnovamento di oltre un migliaio di edifici di case popolari, la PRC è convinta sostenitrice di un approccio olistico al problema della casa e ritiene che l’arte pubblica dovrebbe avere un ruolo in ogni riflessione seria e impegnata sull’edilizia pubblica.
Parte del dialogo nato dalla vicenda dei “cavallini” è il panel Learning from Nivola. Arte pubblica, comunità, spazio urbano, che vedrà l’intervento di Amy Stokes e Pierre Dawson, responsabili della PACT Renaissance Collaborative (PRC), accanto a Carl Stein, architetto esperto in restauro, già collaboratore e amico di Nivola e membro della Fondazione Nivola.
L’incontro, fortemente voluto dalla PRC, costituisce un preludio alla inaugurazione a New York della Stephen Wise Area finalmente rinnovata e alla ricollocazione nel luogo originario dei “cavallini” restaurati.
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