“Al reparto di Neonatologia del Santissima Trinità le neomamme e i loro bambini vivono una situazione di carenza assistenziale gravissima”. A denunciare il fatto è il sindacato degli infermieri NurSind, che già da aprile 2022 scrive ai vertici Aziendali, lettere di denuncia e richiesta di aiuto con integrazione di personale, ma senza ricevere alcuna risposta. “Siamo arrivati alle festività di agosto, e la situazione non è sempre la stessa – dicono gli infermieri e dirigenti sindacali – ma è addirittura molto peggiorata. Qui non si ha rispetto neanche per bambini appena nati e non ci si prende cura, e a cuore, la situazione di donne che hanno appena partorito. Il reparto tocca picchi di un professionista ogni 20 pazienti: ribadiamo che stiamo parlando di neonati e neo mamme, che hanno necessità, risulta anche superfluo dirlo, di particolari attenzioni e cure”.
“La situazione di criticità della sezione neonatale del presidio ospedaliero – spiega il sindacato degli infermieri -, dovuta alla costante carenza di personale, va avanti da molti mesi, con la tendenza al peggioramento, causa Covid, assenze per maternità, malattia, infortunio, e personale che ha vinto concorsi in oltre strutture”.
Già lo scorso aprile il segretario provinciale del NurSind Sardegna, Fabrizio Anedda, aveva firmato una lettera indirizzata al direttore generale Asl di Cagliari Marcello Tidore, il direttore sanitario ASL di Cagliari Stefano Marcia, e della struttura complessa di Neonatologia Aldo Caddori, il responsabile punto nascita Eleonora Coccollone, il dipartimento dell’Accreditamento delle strutture, il dipartimento della Qualità, Appropriatezza, Clinical Risk Management, il dipartimento di Programmazione sanitaria e strategica. Nella missiva si fanno presenti le gravissime criticità del reparto: “Il numero degli infermieri era già inadeguato al numero di posti letto, ma la situazione è andata ancor più ad aggravarsi con l’apertura delle sezioni Covid nel padiglione G: in buona sostanza è stato raddoppiato il lavoro al già esiguo numero di professionisti, che sono in più stati esposti al rischio Covid e tutto ciò che ne consegue”.
In Neonatologia, spiega la sigla sindacale, sono dunque presenti 24 posti letto occupati quasi tutti nella sezione Nido, classificata al livello 1 della DGR 34/26 del 2010; 4 posti letto classificati al livello 4 (elevato), e infine 7 posti letto dedicati ai pazienti Covid (di recente istituzione), dove per garantire l’assistenza si ricorre allo stesso personale del Nido e Neonatologia. Così, il personale infermieristico risulta notevolmente sottostimato rispetto alle esigenze e al numero dei pazienti da assistere.
“Esistono inoltre altre assenze giustificate: per maternità o infortunio Covid – spiega Anedda – che accrescono la complessità assistenziale. A fronte dei posti letto è presente una esigua dotazione organica composta da 24 infermieri, che tra assenze per maternità, infortunio, malattia Covid, e limitazioni prescritte dal medico competente, oltre il personale che ha vinto i concorsi e si è spostato in altri presidi ospedalieri, si riducono a 17. Di questi, vi sono solamente 14 infermieri a pieno regime, gli altri hanno limitazioni che non garantiscono turni notturni”.
“A questo quadro già disastroso – ha proseguito Anedda – aggiungo il dettaglio che l’equipe dedicata all’area Covid è costituita da una ostetrica e un infermiere della sezione Neonatologia, i quali spesso prestano assistenza con i relativi dispositivi di protezione, in area rossa per tutto il turno di servizio. Anche il supporto all’infermiere da parte dell’oss viene negato. Infatti, all’interno della sezione in questione, non risultano presenti oss, ma solamente oss condivisi con la sezione di Ginecologia: questo determina il costante demansionamento professionale”.
“Nessun infermiere possiede il dono dell’ubiquità – dice il rappresentante sindacale – dunque, con una media di 1500 nascite all’anno, l’assistenza al neonato sano o patologico ha necessità di un intervento concreto, limitando potenziali eventi avversi per gli operatori e utenti. Si chiede inoltre il rispetto del lavoro infermieristico, con adeguati risposi, evitando turni di lavoro con doppie notti. La stessa legge in materia impone inoltre che in ogni turno siano presenti tutte le figure necessarie all’assolvimento del servizio, ponendo un freno al demansionamento professionale. Detto ciò, trovo vergognosa questa pratica, da parte dei vertici aziendali e della politica tutta, di non dare risposte a segnalazioni così gravi, portate avanti da mesi. Siamo arrivati al punto di non ritorno se non viene ascoltato neanche un grido d’allarme lanciato in favore di assistenza a neonati e bambini”.
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