E’ la triste cronaca di tante tragedie annunciate, come succede da decenni. La Sardegna ha cominciato a vivere l’ennesima estate di fuoco, complici le altissime temperature arrivate quest’anno con molto anticipo, abbinate al vento che spesso spazza l’isola.
Da settimane Vigili del Fuoco e Forestali sono impegnati a combattere i roghi. In queste ore un grosso incendio a Codrongianos, in provincia di Sassari, sta devastando ettari ed ettari di terreno, lambendo il centro abitato. Il fuoco, dicono le cronache, è arrivato fino al cimitero del paese. Impegnati sul fronte le squadre di operai dell’agenzia Forestas, i barracelli e i vigili del fuoco. Altri roghi sono scoppiati ad Ozieri. Altri ettari sono andati in fumo a Olzai, Torpè , San Giovanni Suergiu e Nurri.
Per la lotta agli incendi dal primo giugno è scesa in campo la solita enorme macchina regionale fatta di tanti uomini (oltre 9mila, tutti votanti), mezzi a terra e soprattutto mezzi aerei, dagli enormi costi per un’ora di volo.
Ma sul fronte della prevenzione cosa si sta facendo?
C’era una volta – una trentina di anni fa e una trentina di milioni di fondi pubblici in meno – un sistema di telerilevamento studiato a posta per segnalare elettronicamente gli incendi appena innescati, addirittura entro un paio di minuti. Nulla di infallibile, tutto perfettibile (anche perché era un sistema installato una trentina di anni fa). Ma i collaudatori, dopo molte prove, avevano dato il via libera al collaudo.
Inspiegabilmente quel collaudo non era stato ritenuto valido dall’amministrazione regionale che si era pure rifiutata di pagare i tecnici. Ebbene, il mese scorso il Tribunale di Cagliari ha stabilito che quel collaudo era valido e i collaudatori dovevano essere pagati per il loro lavoro. Ma, cosa più interessante, i giudici hanno stabilito che quel sistema antincendio – essendo stato validamente collaudato, ripetita juvant – avrebbe potuto aiutare a individuare per tempo i focolai. Magari con qualche margine di errore, certo. Ma avrebbe consentito agli operatori di intervenire per tempo e non – come capita sempre – quando le fiamme hanno già devastato ettari ed ettari di territorio.
Eppure la strada del telerilevamento, seppure utilizzata con profitto in altre regioni d’Italia, in tutti questi anni non è mai stata presa in considerazione dai nostri amministratori. Si preferisce intervenire quando sono già stati distrutti terreni, pascoli, alberi millenari, come è successo nel Montiferru.
A pensar male spesso ci s’azzecca, diceva una persona che ha fatto molta strada in politica. Eppure davvero viene da pensare che a qualcuno faccia molto comodo che la Sardegna continui a bruciare.
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