“Le città, colte in istantanee che fermano l’effimero nell’eternità dell’immagine, sono vive; la loro aura è la seduzione del sensibile e del presente. Ma le loro case, le loro strade, i volti dei loro passanti hanno delle crepe che annunciano, come le rughe su un viso, lo sgretolarsi della vita e della storia”.
Le città un tempo erano tutte diverse, ammantate da un’aura che le rendeva riconoscibili e particolari, affascinanti e distinguibili fin dal primo sguardo. Ciò che le rendeva uniche era la loro specifica vocazione lavorativa.
Genova erano i suoi portuali, camalli e marinai che diedero i natali – già nel medioevo – all’associazionismo e alla filosofia della cooperazione. Torino era una borghesia industriale che guardava all’innovazione, Milano una grande fabbrica della creatività, Parigi un’enorme utopis dells Ragione in cui scorreva il sangue della rivoluzione. Carbonia la sua attività estrattiva, Orosei la sua cava. Cagliari il suo essere contemporaneamente dentro e fuori dalla Sardegna, particolare e universale, europea e mediterranea.
Oggi le città sono tutte uguali: non c’è poi così tanta differenza tra Cagliari e New York. Il lavoro nei grandi agglomerati urbani è totalmente omologato. Perché ciò che un tempo distingueva Londra da Firenze era la differente declinazione dell’agire umano, ovvero la tecne: la volontà di trasformare il mondo attraverso il lavoro.
Così il lavoro manuale, con le peculiarità dell’homo faber, si è perso e omologato, e quelle distinzioni mancate si ripercuotono sui luoghi, perimetridella nostra vita, creando un’unica visione del mondo. L’operaio qualificato è stato sostituito dall’inoperaio inqualificato, un intellettuale indeterminato, e dunque informe, intercambiabile proprio perché privo di specificità, e dunque di status. E i centri storici della città sono diventati, per dirla con le parole profetiche di Giorgio Todde, rendering in cui fare l’aperitivo e poco altro.
L’unica differenza oggi ancora viva, l’unica biodiversità antropologica ed esistenziale, nasce e vive nelle periferie. Ed è per questo che bisogna rallegrarsi per gli oltre 900mila euro stanziati da Cagliari dal vivo 2022 per grandi eventi e spettacoli che cercheranno di coinvolgere non solo il centro ma anche i residenti delle periferie. Le città possono rinnovarsi soltanto così: attraverso operazioni artistiche che superano la banalità dell’Uomo a una sola dimensione.
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