La spiaggetta bianca di Sant'Elia immortalata in un corto del regista cagliaritano Enrico Pau PH tratta dal profilo FB del regista

L’auspicato restyling del lungomare Sant’Elia ha portato alla scomparsa di un piccolo gioiello cagliaritano. La splendida spiaggetta bianca, incastonata tra rocce altrettanto bianche a fianco al vecchio porticciolo dei pescatori, è letteralmente scomparsa. Un altro pezzo di Cagliari che se ne va e potrà vivere  soltanto nei ricordi dei cagliaritani, che come al solito sono incapaci di difendere la loro città dalle scelte degli amministratori di turno.

Come ricorda il regista cagliaritano Enrico Pau in un accorato post su FB, sono state pochissime negli anni le voci che si sono alzate con coraggio per provare a far riflettere la politica e per difendere la nostra città e la sua memoria da un inesorabile declino.

“La meravigliosa piccola spiaggia di sabbia bianchissima di Sant’Elia è scomparsa per sempre, cancellata”, scrive Pau, postando alcuni frame dei suoi corti che anni fa hanno immortalato la spiaggia -. È nato un porticciolo che servirà ne sono sicuro, ma la domanda è semplice: potevate spostare il porto di cento metri invece di cancellare uno dei luoghi più cagliaritani e poetici di questa città che ogni giorno perde un pezzo della sua anima? Non so neanche a quando risalga questo progetto, ma sulla trasformazione di Cagliari certe volte è difficile capire in cosa differiscano le idee delle varie giunte che ci hanno governato in questi ultimi anni. Per fortuna almeno qualche immagine di come era questo luogo sono riuscito a fissarla in alcuni miei corti, a futura memoria. Però ora mi fa male rivedere queste immagini, provo solo un sincero e profondo dolore. I cagliaritani hanno accettato tutti i cambiamenti profondi della città dal dopoguerra, compresa anche la spiaggia sacra, i casotti, i tram, il mercato del Largo, salvo struggersi poi sulle foto d’epoca ricordando come tutto era più bello prima. In passato solo alcune voci si sono alzate con coraggio per provare a far riflettere la politica, voglio ricordare per affetto quella di Aquilino Cannas e quella di Giorgio Todde”.

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