Un piano di intervento per fermare l’azione devastatrice di milioni di cavallette con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e delle aziende agricole. Lo ha stilato da Coldiretti Nuoro Ogliastra, la prima a denunciare e ribadire con insistenza la necessità di intervenire per prevenire e bloccare questa piaga già dal 2019 quando gli ettari invasi dalle locuste erano 2 mila mentre oggi siamo sui 30mila con una proiezione di 50mila.

“Al quarto anno la situazione ormai è drammatica e sta assumendo dimensioni impressionanti sia in termini di ettari che di aziende coinvolte oltre che di danni causati – si legge in una nota -. Si è partiti dalla piana di Ottana in provincia di Nuoro per espandersi nel Marghine, lungo il Tirso verso il Goceano in provincia di Sassari ed oggi anche ad Ozieri e dall’altra parte verso Sedilo in provincia di Oristano. Un fenomeno che la Sardegna conosce bene visto che si presenta a cicli anche se ormai sembrava relegato nei ricordi storici”.

Coldiretti Nuoro Ogliastra che dal primo anno aveva insistito affinché si programmasse l’aratura dei terreni per distruggere in modo naturale le cavallette, oggi che il fenomeno ha raggiunto numeri davvero importanti con danni per le aziende agricole ingenti (“molte aziende – ribadisce il presidente di Coldiretti Nu-Og Leonardo Salis – sono costrette a modificare il proprio piano colturale e a non produrre per limitare i danni”) ha stilato un programma e gli step di interventi condiviso con i propri soci da presentare in Regione per debellare/limitare il fenomeno in un anno. Innanzitutto, si chiede di creare un’unica macro area con la mappatura complessiva delle aree coinvolte entro la data massima del primo settembre (ad oggi vi sono areali non geo referenziati, inoltre mancano diversi mappali relativi alle aree censite) con l’ausilio dei droni in fase di perimetrazione: “parliamo di circa 30.000 ettari con una proiezione di oltre 50.000”.

“I tempi per programmare i nuovi interventi per contrastare il proliferare delle cavallette nei territori del centro Sardegna, tra Nuorese e Oristanese, sono davvero stretti se vogliamo mettere al sicuro la prossima stagione agraria. La Regione attivi subito un tavolo di lavoro con Associazioni di categoria agricola, Università, Province e Agenzie agricole affinché si pianifichino le attività da far partire già da fine agosto”. L’appello arriva dal presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele. “A detta degli esperti che da mesi seguono la lotta alle cavallette, dobbiamo già intervenire con lievi arature dei campi, con profondità da 5 o 6 centimetri, così da portare in superficie le larve e farle morire al contatto con l’aria. Si tratta di operazioni che permetterebbero di contenere fortemente il numero di questi insetti che hanno devastato pascoli, foraggere e altre numerose colture agricole. Una sorta di pre-intervento quindi che ridurrebbe notevolmente l’uso dei disinfestanti, con un impatto ambientale sicuramente più ecocompatibile per la buona salute di animali e piante. Per avviare queste attività – ha proseguito Mele – è tuttavia necessario che la Regione, e nello specifico l’Assessorato dell’Agricoltura, intervenga con provvedimenti dedicati a svincolare questi territori, con la formula della deroga, da impegni già assunti sulla gestione dei campi, per esempio seguendo alcune misure del Programma di sviluppo rurale come la Difesa del suolo, che legano gli imprenditori agricoli a seguire modalità di coltivazione delle superfici dove si dovrebbe intervenire con le arature contro le cavallette. È necessario, perciò, che nei prossimi 40 giorni siano espletate tutte le azioni necessarie per non causare ulteriori problemi e danni alle aziende già colpite da tale calamità”.

Confagricoltura Sardegna non è nuova a questo genere di appelli e – di legge in una nota – è stata la prima a ricordare alle istituzioni che una prevenzione accurata e rispettosa dei tempi di intervento è alla base della buona riuscita delle attività di contrasto delle diverse epidemie con cui si trovano a combattere agricoltori e allevatori sardi. “I ristori dei danni, quando e se arrivano, non coprono mai le vere perdite affrontate dalle nostre aziende ecco che quindi la prevenzione di queste calamità è l’unica vera ricetta vincente per mettere al sicuro il lavoro di migliaia di lavoratori del nostro comparto. In ultimo – ha concluso il presidente di Confagricoltura Sardegna – è necessario che si prosegua con il monitoraggio della presenza e degli spostamenti degli sciami. Sono infatti diverse le segnalazioni che ci giungono su cavallette registrate in territori nuovi, dove fino a quest’anno non si erano mai spinte”.

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