“I dati del Sole 24 Ore, pubblicati in questi giorni, hanno sottolineato come la Sardegna sia una delle zone d’Italia con la migliore qualità della vita per gli anziani. Cagliari ha il primato nazionale, seguita da Nuoro al 5° posto ma anche le altre province sarde raggiungono un punteggio superiore alla media nazionale, con Sassari all’undicesimo posto e Oristano alla dodicesima posizione. Fanalino di cosa, la provincia del Sud Sardegna, unica provincia sarda sotto la media che si posiziona all’85% posto.” Così interviene Franco Marras, presidente regionale delle Acli e dello Iares, l’Istituto di ricerca per l’economia sociale.
“Tutti si concentrano su questo risultato (in alcuni casi fraintendendolo con l’indice generale di qualità della vita delle province italiane, ed è bene sottolineare il termine province), ma nessuno sembra aver notato le pessime performance registrate dalle province sarde per quanto riguarda i giovani. Se, infatti, l’indagine sulla qualità della vita dei bambini vede tre province sarde su cinque con un valore superiore alla media (Oristano ottava, Nuoro ventesima e Cagliari ventunesima, con il Sud Sardegna al trentaseiesimo posto e Sassari, fanalino al sessantaduesimo posto), nella classifica dei giovani la situazione appare drammatica.
La sola provincia di Nuoro registra un punteggio superiore alla media delle altre province italiane piazzandosi al 41° posto, mentre le altre si posizionano tutte al di sotto della media, con Cagliari che registra il punteggio più elevato e piazzandosi all’80° posto, seguita da Sassari al 94° posto e Oristano al centesimo. Chiude il Sud Sardegna che si piazza ultima in Italia per la qualità della vita dei giovani tra le province italiane. Se andiamo a vedere i singoli indicatori, vediamo che le province sarde hanno prestazioni positive nel “Numero di bar e discoteche ogni 10mila abitanti di età compresa tra i 18 e i 35 anni” dove tutte si piazzano tra il secondo posto di Nuoro e il 19° posto di Oristano. Oristano (19°), Sassari (21°) e Nuoro (23°) sono tra le città in cui il canone di locazione presenta la percentuale inferiore sul reddito medio; Oristano, Nuoro e Sassari, rispettivamente al nono, sedicesimo e ventiduesimo posto per amministratori comunali under 40.
In tutti gli altri indicatori le province sarde si piazzano molto oltre il 20° posto, con poche eccezioni: Cagliari che si piazza al 20° posto per quanto riguarda la percentuale di laureati sulla popolazione tra i 25 ed i 39 anni (ma Oristano è ultima); Oristano che si piazza al terzo posto per disponibilità di aree sportive nel comune capoluogo. Le province sarde hanno tra le performance peggiori anche nell’indicatore sull’età media delle donne al primo parto dove si trovano tutte nelle ultime 33 posizioni e nella presenza di aziende che usano l’e-commerce dove Cagliari, con la prestazione migliore, è al 66° posto su 107.”
“Forse – conclude Marras – questo dipende dal fatto che la nostra Regione è tra le ultime nella spesa sociale per le famiglie, i bambini e i ragazzi ma tra le prime per la spesa sociale per gli anziani e i portatori di handicap; forse dipende dalla decrescente attenzione verso il problema della dispersione scolastica come ha mostrato la distruzione effettuata negli ultimi anni del sistema di formazione professionale destinata agli adolescenti per sostituirla con un mercato dei servizi formativi che non garantisce il diritto all’obbligo formativo; forse dipende dal fatto che i giovani sono sempre meno e lo saranno (in dieci anni, nel 2030, diminuirà del 20% la fascia di età 0-14) se non attraggono gli interessi della politica; fatto sta che un’isola vecchia e senza ragazzi, non ha futuro, anche se tratta bene i propri anziani”.
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