Un banchetto a Marina Piccola, a Cagliari, nella giornata di sabato 4 giugno e nella domenica del 5 giugno, dalle ore 18 alle ore 20. Inizia così la discesa in campo nel capoluogo di Sardegna in Azione, costola regionale di Azione, partito fondato dall’ex ministro Carlo Calenda. Che, dopo essersi strutturata a livello locale – creando un partito ramificato nel territorio – ora vuole mettere in campo nuove forze con un progetto di rilancio dell’Isola credibile e strutturato – per far ripartire una terra che da troppo tempo è ferma al palo.
“Viviamo in un momento di trasformazioni epocali, l’Isola rischia di rimanere ancora una volta fuori della strada dello sviluppo, individuale e collettivo. La questione sarda non si risolve nei buoni propositi: bisogna ricostruire il presente attraverso una nuova chiamata all’Azione. Dove le migliori forze della Sardegna si mettono al lavoro per definire una nuova identità” dice Enrico Cambuli, segretario del partito della città metropolitana.
Da dove ripartire? “Abbiamo individuato tre parole: identità, comunità, progettualità” spiega Elisabetta Manella, che di Sardegna in Azione è una delle più attive sostenitrici. “Per ripartire serve una nuova fase autonomistica che si fondi, prima che sulla sapienza giuridica, su robusti valori condivisi, su convinzioni profonde, su idealità rinnovate, come in un’opera corale. La realtà chiede un progetto nuovo di società plurale e inclusivo, che inneschi un nuovo processo di riflessione prima, di decisione e di azione poi. Bisogna mobilitare le migliori forse dell’Isola intorno all’idea di una comunità regionale profondamente rinnovata sul piano etico, su quello economico, su quello civile, culturale e istituzionale. Presto lanceremo in nostro Programma di rilancio dell’Isola. Bisogna tornare a fare politica partendo dai problemi, e cercando di risolverli. Gli accordi tra correnti e partiti sono sterili, se non si riparte da queste basi”.
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