Novantadue pescatori che fanno capo a cooperative dell’Oristanese sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per truffa aggravata con l’accusa di aver incassato illecitamente più di un milione e 600mila euro di indennizzi non dovuti per il blocco della pesca a causa delle esercitazioni militari nel periodo 2015 – 2019 al poligono di Capo Frasca.
In base alle indagini della Sezione Operativa Navale della Guardia di finanza di Oristano i pescatori non sarebbero potuti nemmeno arrivare in mare perché operavano con piccole barche a remi nella laguna. Quindi gli indennizzi non erano dovuti. Da qui l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, punito con la reclusione da 1 a 6 anni.
Durante l’operazione, denominata “Promontory’s funds”, le Fiemme Gialle hanno appurato – analizzando i documenti che attestavano la tracciabilità del pescato fino alla consegna ai venditori al dettaglio – la presenza di specie ittiche presenti prevalentemente in laguna e nello stagno e non in mare aperto. Dalle fatture era inoltre emersa l’esigua quantità di prodotto conferito, sensibilmente inferiore a quello richiesto.
Dai successivi sopralluoghi sulle imbarcazioni impiegate è emerso che “molte barche avevano come mezzo di propulsione unicamente i remi mentre la posizione degli ormeggi di due società avevano, ed hanno tutt’ora, come sbocco a mare unicamente un canale, ove risulta ardua se non impossibile la navigazione per arrivare fino al mare aperto”. Siccome le esercitazioni militari si sono svolte in mare e non nella laguna, dato che alcune imbarcazioni non avevano la possibilità di spostarsi fino a quel punto i finanzieri hanno stabilito che i pescatori non avevano diritto all’indennizzo. I 92 pescatori sono segnalati anche per falsa dichiarazione mediante la presentazione di documenti non veritieri.
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