Gli esseri umani possono nascere quattro volte. Quando si ritrovano gettati nel mondo è la prima volta: e può essere anche l’ultima. Può succedere infatti, ed è il caso più comune, che ci si immerga così intensamente nelle cose – là una casa che si fa universo, qui lo scorcio di una montagna in lontananza che diventa attesa, immaginazione o ingannevole speranza – da divertarne parte integrante per sempre. Quando avviene questa fusione non si nasce più. Si resta aggrappati al suolo natio come un’edera alle radici della pianta.

Succede però, in casi più rari, che all’improvviso si cerchi una porta. Una via d’uscita. Una strada per rivoluzionare tutto, spezzare le radici e rimettere in discussione ogni singolo frammento della propria identità.

La porta di Marina Cristofalo è un disco: Bleach dei Nirvana. Ascoltando Floyd the Barber, Paper Cuts e Downer, con quei suoni sporchi, duri, ruvidi e istintivi, riff di chitarra, cupi e punk, che strizzano l’occhio a Led Zeppelin e Black Sabbath, tra le vie di Carbonia si apre una crepa.

Marina scava, cerca: nella melodia e nelle armonie sperimentali il collante perfetto per ritagliare una rinascita. La musica che riconnette alla vita, quella che permette alle passioni di poter gioire. Da quel momento il suo rapporto con la vita si esaurisce quasi esclusivamente nella musica, l’arte universale, il magico fuoco, il selvaggio oceano dei suoni. Arriva la prima formazione musicale, in Sardegna, quella delle Mab. Arriva Londra, un’altra città, un altro mondo.

Si rafforza il sodalizio, fruttuoso, duraturo, stabile, sempre con Lisa Masia, con cui crea le Lilies On Mars. Si instaura una collaborazione con il maestro Franco Battiato, che in un duo tutto sardo le due polistrumentiste accompagnano sul palco tra il 2007 e il 2012. E poi un nuovo progetto, Lili lancia Spazio, il primo EP in cui le due artiste scelgono la lingua italiana al servizio dell’elettronica pura ed emozionale, che definiscono borderline. È una corsa senza limiti. È la terza nascita.

Poi la vita fa di nuovo capolino. Gli affetti riportano alla fine, che è là, donde partiamo. I lavori musicali restano, le sperimentazioni si rafforzano, la musica continua. Ma le radici premono, ritornano, riportano frutti amari. Bisogna riconquistare il tempo. Non c’è niente di più bello al mondo. E mai ci sarà. Starsene seduti la sera intorno al fuoco, con la propria famiglia e niente vento. Dormire sapendo che tutti sono al sicuro. Un bel dormire come quello che non c’è mai stato, pensa Marina. La quarta nascita è il ritorno a casa.

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